domenica 22 gennaio 2017

A partire da sx Edilio Parodi, Semplici, Zollo, Beverini.














Federico Zollo, Genovese d’adozione e napoletano di nascita, ha giocato agonisticamente a Subbuteo negli anni d’oro ad altissimo livello e ha conosciuto e sfidato tutti i più grandi sia in Italia che in Europa…poi le necessità della vita come per parecchi di noi ,lo hanno allontanato dal Subbuteo e dall’attività agonistica.




1)Ciao Federico sei comparso su Subbuteocollection facendoci vedere delle fotografie bellissime l’ amore per il Subbuteo non muore mai? Come hai conosciuto il panno verde?

Eravamo un gruppo di amici, tutti di un quartiere di Genova (Pegli), ed avevamo a disposizione una cantina/taverna dove ci sfidavamo in campionati interminabili. Questo succedeva nel 1971, prima della “scoperta” del Subbuteo, e usavamo un tavolo di legno come campo da gioco, una palla artigianale e le “grette” come giocatori (i tappi di bottiglia). La cantina era di Stefano Beverini, e il gruppo era composto da una decina di amici, tra cui, oltre a Stefano e al sottoscritto, Roberto Semplici e Claudio Olivieri. Quando scorgemmo in un negozio di giocattoli la scatola del Subbuteo, fu una lietissima sorpresa per tutti noi. L’acquistammo subito con una colletta ed iniziammo tornei interni emozionanti e combattutissimi. Quando vennero organizzati i primi tornei ufficiali, creammo il Gruppo Subbuteo Pegli e ci iscrivemmo, scoprendo di essere i più forti, non solo a Genova ed in Liguria. Stefano Beverini, che probabilmente fra di noi era il più bravo ed il più freddo, vinse prima la selezione regionale e poi il primo campionato italiano, che si svolse ad Arenzano.

2) Ti piacerebbe tornare a qualche torneo e sfidare i vecchi amici?

Nel 1977 ho troncato di netto con il Subbuteo. Diciamo che avevo perso un po’ gli stimoli, poi gli studi universitari e qualche relazione sentimentale hanno fatto il resto. Altri del nostro gruppo si sono mantenuti nel giro per ancora molti anni. Sono rimasto in contatto, e tutt’ora sono molto amico, solo con Roberto Semplici. Lui ha conservato panno verde e squadre, e negli ultimi tempi mi ha proposto di fare qualche partita. Poi la scoperta di questi forum e siti sul Subbuteo, mi ha riportato indietro nel tempo e mi ha fatto venire un po’ la voglia di riprendere. Però per ora solo qualche partita tra amici, per i tornei vedremo in futuro.


3) Tornei con tutti i più grandi, Beverini in primis, chi era la tua” pecora nera” il giocatore che ti metteva più in difficoltà?

Sicuramente Beverini, in tornei ufficiali l’ho battuto solo una volta. Poi soffrivo anche Roberto Semplici, con lui ho perso spesso, adottava una tattica molto chiusa, un vero catenaccio all’italiana.


4) Hai conosciuto il “ papà” di tutti noi Edilio Parodi ci fai un breve profilo?


Noi giocatori genovesi abbiamo avuto la fortuna di avere in casa l’importatore del Subbuteo in Italia e questo ci ha sicuramente favorito. Ho un ricordo bellissimo, era orgoglioso e fiero di aver portato questo gioco in Italia. Ci invitava spessissimo nel suo Deposito di Manesseno, noi ci andavamo per ammirare tutte le squadre, i vari accessori e le novità che man mano uscivano. E quasi sempre le visite si concludevano con qualche regalino di materiale “subbuteistico” da parte sua.



5) Quali sono i tuoi fiori all’occhiello, le vittorie più importanti?


Il 2° Trofeo Puma Città di Bologna (Dicembre 1974, vinsi in finale con Semplici 3-2) e la vittoria alla selezione Nazionale per la Coppa Europa 1975 (Settembre 1975, vittoria in finale su Giovannella 3-0). Poi sicuramente il 5° posto agli Europei del 1975 e una serie di vittorie in tornei a squadre (Citta’ di Roma a dicembre 1974, Citta’ di Genova a Novembre 1975, Citta’ di Perugia a Dicembre 1975).



6) Come tutti gli agonisti avrai avuto la tua squadra preferita, che team era? I segreti? La conservi ancora?


Io sono sempre stato tifoso del Napoli. Anche se vivo a Genova da oltre 40 anni, sono napoletano di origini e di nascita. Inutile dire che la mia squadra preferita era quella del Napoli, con la mitica maglia azzurra. Naturalmente avevo selezionato le 10 migliori miniature tra 6 – 7 squadre, ricordo che fummo i primi a scoprire i prodotti per far scorrere le basi sul panno verde. Cominciammo con la cera e il panno di lana, poi scovammo il Nugget, che era difficile da trovare nei negozi, ma era molto migliore del “Pronto”. Purtroppo non mi e’ rimasto nessun materiale di quegli anni, regalai tutto a Roberto Semplici.



7) Raccontaci la tua partita più bella quella che non ti sei mai dimenticato…



Il ricordo più emozionante e’ l’incontro Italia-Olanda nel Novembre 1975 all’Hotel Parco dei Principi di Roma. C’era una folla incredibile a vedere gli incontri ed io feci una partita splendida con Donck, che aveva appena vinto gli Europei. Vinsi 2-0, ricordo ancora adesso lo splendido raddoppio in contropiede con un’azione velocissima e un pallonetto nel sette alla sinistra del portiere. Se non sbaglio sono l’unico italiano che ha battuto Donck.



8) Il Subbuteo come sai si è evoluto diventando CDT ,e si è spaccato in tradizionalisti, che giocano con le miniature anni 70 e progressisti, con nuovi materiali che vorrebbero far diventare questa disciplina uno Sport…che ne pensi??



Come ho raccontato, non ho seguito l’evoluzione del Subbuteo nel corso degli anni. Io sono però piuttosto tradizionalista negli sport e nei giochi, e quindi contrario a cambiamenti radicali.



9) L’Italia ha sempre avuto grandi giocatori dagli inizi ad oggi e vinto e rivinto tutto il possibile, nonostante i vari talenti stranieri da sempre dominiamo la scena, quale pensi sia il motivo della forza del movimento nazionale?


Penso che tutti i giochi che ricordano ed emulano il calcio, lo sport nazionale più praticato e diffuso, siano destinati ad avere successo in Italia. Quando sono tanti gli appassionati, e’ facile che nascano campioni.



10) Napoli,Perugia, Lazio e Palermo fra i primi che mi vengono in mente hanno dei settori giovanili e molto forti che già hanno vinto in Italia e fuori dai confini nazionali, rinverdendo i fasti del campionato vinto da Andrea Piccaluga nel 1978, hai un idea o un suggerimento per portare i ragazzi al Subbuteo allontanandoli dai videogiochi?


Io penso che PC, videogiochi, internet e l’esasperazione di tutte le cose “virtuali”, sta facendo crescere solitudine ed egoismo. L’amicizia, il contatto fisico, i rapporti umani sono valori

fondamentali, che possono essere coltivati con la pratica dello sport. E sicuramente il Subbuteo può essere considerato uno degli sport più appassionanti. Chiudendo la nostra chiacchierata,voglio solo ringraziare te Alex e Stefano De Francesco, per avermi riportato un po’ in questo mondo. Mi avete fatto rivivere dei momenti felici della mia giovinezza. Un saluto a tutti i giocatori di quei tempi eroici.



Un grande saluto e un ringraziamento speciale per l'aiuto che mi hai dato, per la gentilezza e il tempo che hai speso, mettendo a disposizione mia e di chi ci legge le fotografie e i tuoi ricordi.


Alex Rota.

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