sabato 25 febbraio 2017



Quando la passione non ha limiti succede che... Nasce una collezione, una collezione  imponente e un sito per condividerla con tutti gli appassionati di questo fantastico gioco che ha fatto giocare e sognare molte generazioni senza subire il sorpasso dei videogiochi.
E' sicuramente il gioco che riproduce più fedelmente il calcio e molte delle sue regole usato da allenatori per spiegare la tattica e da molte trasmissioni televisive, ci hanno giocato politici, imprenditori, gente dello spettacolo, scrittori che hanno ricordato la loro infanzia in un libro di interviste raccolte magistralmente da Nicola Deleonardis.
Un gioco senza tempo che Francao ( al secolo Franco Esposito ) ha fermato in queste bellissime pagine e un appassionato di Subbuteo non può esimersi dal ricordare i bei tempi andati.

Alex Rota.

Sono qui a presentare con un pizzico di orgoglio e di soddisfazione il sito della mia collezione:



www.thesubbuteomuseum.com

un'altro piccolo sogno nel cassetto che si avvera,circa 2 anni di lavoro ritagliato nel pochissimo tempo libero a disposizione, ringrazio mille volte GIANNI LOMBARDI per il lavoro svolto e soprattutto per la pazienza che ha avuto nei miei confronti in questo periodo.
Il sito non è ovviamente completo, al momento è visibile circa 1/4 - 1/5 della mia collezione ma sarà aggiornato ogni 15 giorni con nuove foto e nuovi contenuti, consideratelo "work in progress",potrebbe cambiare qualcosa in futuro non esclusa la grafica e la tipologia di foto.

Saranno ben accetti consigli e valutazioni purchè costruttive,il sito è si mio ma deve (giustamente) piacere agli utenti e soprattutto spero sia di valido aiuto ai neofiti che spesso si affacciano in questo meraviglioso mondo del subbuteo senza neanche minimamente immaginare quanto sia vasto e variegato.
Penso che la sezione "palloni" e tracksuited team sia di assoluto livello, è prevista per il futuro anche la versione in inglese.
Dedico il sito a mamma e papà che non ci sono più e soprattuttto alla mia famiglia che ormai condivide e sopporta da anni questa mia passione Verde....

BUONA VISIONE

FRANCAO

venerdì 17 febbraio 2017

 
 
 
 
Tra i giochi più amati degli anni '70 e '80, il Subbuteo ha ripreso ad attirare giocatori vecchi e nuovi grazie agli ex bambini degli anni del boom, che hanno dato vita al movimento del Calcio da Tavolo, hanno fondato la comunità Old Subbuteo e hanno trasmesso la loro grande passione a figli e nipoti, fino a convincere l.industria del giocattolo a rimettere il Subbuteo in produzione. Scritto da un preparatissimo "oldsubbuteista" con il contributo di altri grandi appassionati, Il Manuale del Subbuteo è ricco di spunti e curiosità per approfondire tutti gli aspetti del gioco, dalla preparazione del campo alla pittura degli omini, dai regolamenti alle tattiche di gioco, dai club e i migliori siti web alle nozioni di base per il collezionismo, il tutto spiegato con semplicità e chiarezza e corredato da tante immagini a colori. Il documentario "cult" Subbuteopia (del regista Pierr Nosari), allegato al volume, esplora i luoghi, i sentimenti e le utopie che gravitano intorno al panno verde del Subbuteo, svelando storie affascinanti come il dito "assicurato" a suon di sterline dell'italiano Andrea Piccaluga, Campione del Mondo Juniores nel 1978, o il campo da gioco Stadium of Fingers dell'inglese Stephen Moreton, popolato da oltre 10.000 spettatori dipinti a mano.

Ogni benedetta domenica - Il Subbuteo "letterario"





Intervista doppia a Nicola De Leonardis e Fabrizio Ghilardi......


Conosco Nicola ormai da parecchio tempo, molto del quale passato a restaurare le Hw disgraziate che mi manda!!
Ormai il nostro uomo ha una grande esperienza nell'organizzare ottimi tornei e il suo libro sulle interviste ai " famosi del subbuteo " ha avuto un buonissimo successo anche con apparizioni televisive, quindi perchè non chiedergli un pò di impressioni dopo tutte queste esperienze?


1)Ciao Nicola domanda d’obbligo la tua prima volta? Nel Subbuteo intendo…

Caro Alex, e chi se lo ricorda più? Sicuramente con mio fratello, cinque anni e mezzo più giovane. Io avrò avuto 11 anni, lui 5 e mezzo. Niente panno (non l'ho mai avuto). Una bella imitazione su panno lenci verde. Ma squadre già di valore: Haiti contro Germania Ovest, la mitica BRD... panno steso per terra, regole inventate e ginocchia dolenti. Dio che nostalgia! Di tutto ciò, mi sono rimaste le ginocchia dolenti (e mio fratello, ovvio).

2) La tua collezione ci racconti come è composta e quale pezzo desideri di più?

Ho ricominciato a respirare Subbuteo circa 5 anni fa. Volevo comprarmi una Spal (ref. 3) così, tanto per gioco. Pensavo fosse difficile, invece ho scoperto un mondo...costosissimo! Ahimè sono entrato nel vortice (anche colpa tua, eh!), non solo delle squadre (ne ho circa 150, ma temo fortemente anche alcune “sole”) e diverse scatole (pardon, set) le quali, secondo me, in certi casi sono ancora più esaltanti delle squadre stesse. Lì si vede non solo l'evoluzione della miniatura, ma il passare del tempo: dalla Continental a quelle con le lw per gli Europei di calcio... uno spaccato del calcio che passa (e del tempo...). Cosa desidero? Mi piacerebbe avere un Clydebank o un Bishop Auckland originale. Anche la Cape Town mi piace molto. Ma forse, in assoluto, un bel Munich originale ed in buono stato....

3) A Ferrara a Maggio stai organizzando un torneo che ormai sta diventando una bella tradizione che sorprese hai per questa edizione?

Eh...che sorprese sarebbero se te le dicessi? A parte gli scherzi, sono molto contento che quest'appuntamento diventi un “must”annuale, un ritrovo per tanti amici subbuteisti in giro per l'Italia. Il Subbuteo è stato il veicolo di tante amicizie in gioventù e lo è tutt'ora a 40 anni suonati. Il Comune e la Provincia supportano l'idea del Torneo concedendo angoli di Ferrara medievale molto suggestivi. Un'accoppiata questa fra Subbuteo e luoghi storici che personalmente mi affascina enormemente e che spero molti altri gruppi e club possano seguire, adeguatamente supportati dalle amministrazioni locali. Poi chissà se venisse a giocare anche qualche personaggio famoso....


4) Il tuo libro di interviste sui trascorsi di personaggi famosi che raccontano le loro esperienze Subbuteistiche ha avuto un ottimo successo ne sarai certamente orgoglioso….

Si. Devo dirti la verità sono molto fiero, anche perchè ho realizzato un sogno nel cassetto. Devo ringraziare in primis Roberto Mugavero e Minerva Edizioni che hanno creduto in questo piccolo lavoro. Il bello di questo “lavoro” è stato che più semplice del previsto! Non ho trovato nessuno (non è proprio vero: qualche difficoltà l'ho avuta, più dai “filtri” di manager o segretari subbuteisticamente agnostici...) che non abbia risposto praticamente nel giro di pochi giorni. Parlare di calcio a Buffon, a de Grandis o a Cucchi oppure di letteratura a Brizzi o a Tognazzi probabilmente sarebbe stato impossibile. Per il Subbuteo? Pronti!!!


5) Hai legato il Subbuteo all’impegno sociale in favore dell’Associazione Giulia come è stata la risposta e quali i risultati?


Subbuteo vuol dire tornare bambini. Purtroppo non nel senso fisico del termine, ma di poter allentare la morsa degli impegni per un po', quello si. Noi, per la stragrande maggioranza dei casi, siamo fortunati. Ho conosciuto bambini che non hanno avuto la fortuna di poter vivere la propria situazione naturale di spensieratezza. Bambini che erano o sono malati, ho che già a pochi anni hanno la preoccupazione dipinta sul volto perchè uno dei propri genitori è malato. L'Associazione Giulia di Ferrara aiuta i bambini in questi casi, con supporti psicologici. Fare del mio divertimento preferito (attuale e un modo per raccogliere fondi per questa causa.


6)Sei molto amico con Fabrizio Fontana,con Elio e la sua Band e altri ma chi è il più invasato fra di loro?

Beh, molto amico è esagerato. Sono fra i personaggi famosi coi quali sono rimasto in contatto dopo le interviste. Fabrizio Fontana è matto di suo. Mi raccontava che andava ai tornei con le squadre in tasca. Quando toccava a lui, arrivava al campo ed estraeva una manciata di giocatori e li posizionava sul panno, inorridendo l'avversario....e la cosa mi è stata confermata anche da Massimo Conti (Cineasta). Invece Faso (il bassista di Elio) è fantastico: disponibilissimo e simpatico, gioca però molto meno visti gli impegni lavorativi e...di baseball!Altri grandi personaggi sono Stefano de Grandis, Enrico Testa e Marco Mazzocchi. Tutti grandi subbuteisti, se solo avessero tempo...


7) Il Subbuteo purtroppo è un piccolo mondo molto spezzettato dove proprio non si riesce ad andare d’accordo che ne pensi?

Credimi. La cosa mi fa molto incazzare. Perchè penso sia un problema di pochi e per motivi che forse sono troppo personali. Alzare i toni fa male in tutti i campi. Nel Subbuteo poi mi sembra paradossale. Ci sarebbero tante risorse, umane e strutturali, da utilizzare e condividere che, secondo me, se attivate potrebbero riaprire una stagione d'oro del Subbuteo. Che poi sia Calcio da Tavolo o Subbuteo chi se ne frega... ognuno giochi come vuole, nel rispetto dell'altro. Se uno si vuole vestire di pelle e l'altro con la tuta, e allora? Mah. Conosco diverse persone che giocano ad entrambe le modalità. Poi che ci siano toni agonistici più spinti nel Cdt che nel subbuteo tradizionale, è un dato certo. Ecco, quello è una discriminante, direi oggettiva, ma causata da una struttura organizzativa differente.


8) Organizzi anche piccoli tornei per i ragazzini e anche in questa annata ti sei dato da fare per averli all’evento che stai organizzando che idea ti sei fatto?

Che senza bambini non c'è futuro. In nulla e tanto più nel Subbuteo. Quando avremo l'artrosi deformante alle dita, chi giocherà più se non trasmettiamo la nostra passione a figli e nipoti? Cerchiamo di far crescere il movimento “under” il più che possiamo. Addirittura cercherei, nel limite delle possibilità organizzative di ogni manifestazione, di fare un torneo distinto, “obbligando” i ragazzini a giocare non con gli adulti ma fra di loro, facendo nascere un movimento parallelo. E le soddisfazioni sono grandi. Vedere ancora decine di bambini assatanati dietro una miniatura è bello.

9)Raccontaci del vostro gruppo di Ferrara molto attivo e goliardico direi…

Si anche troppo a volte... siamo nati nel 2007, riunendoci io e altri due miei ex compagni di classe delle superiori. Da lì sono venuti altri due amici, poi uno chiama l'altro...ci trovavamo a casa mia (soprannominato il Tempio). Poi ora siamo in 25, più o meno attivi, con potenzialità di almeno altre 20 persone che sto cercando di affrancare da mogli, figli, cani.... tutti ragazzi splendidi con i quali si condivide non solo la passione del Subbuteo. Qualcuna lucida le miniature ma ahimè, nessuno è perfetto....



10)Mi hai fatto il grande onore di inserire un capitolo sul tuo libro sul restauro e la pittura…Adesso che è stampato e non puoi più tornare indietro ti volevo fare questa domanda…Ma come ti è saltato in mente?


Ahahah... beh, ti ho soprannominato il “pinturicchio del Subbuteo”, un po' come Del Piero... perchè sei oggettivamente uno dei migliori artisti subbuteisti in assoluto. Le tue Spal su walker sono dei piccoli capolavori. E un capitolo su come fare a restaurare e dipingere è fondamentale perchè il mondo del Subbuteo ha una grossa fetta di appassionati che si dilettano in questo. Potrebbe essere uno spunto per un nuovo libro, che dici?....bisognerebbe che tu fossi un po' più celere nei tuoi impegni artistici.....


Caro Nicola ormai dovresti aver capito che sono un pigro e come tutti gli artisti lavoro quando mi gira bene...E' cosi che sono nate le tue Spal che reputo uno dei lavori più belli che ho mai fatto e credimi ne ho fatti parecchi...

Grazie Nicola...

Alex Rota

sabato 4 febbraio 2017

Condivide con il Grande Torino la sfortuna di un incidente aereo che annullò in gran parte questo fantastico Manchester United, la divisa è quella del 1958.
Il disastro aereo di Monaco di Baviera avvenne il 6 febbraio 1958 quando il volo 609 si schiantò al suo terzo tentativo di decollo da una pista ricoperta di neve mista a fango all' aereoporto di Monaco nell' allora Germania Ovest. A bordo dell'aereo c'era la squadra di calcio del Manchester United, soprannominata i Busby Babes, insieme ad alcuni sostenitori e giornalisti, morirono 23 dei 44 passeggeri. Il volo charter, destinato all'aeroport di Manchester, era gestito dalla British European Airways (BEA) utilizzando un velivolo Airspeed Ambassador, precisamente con matricola G-ALZU, intitolato a William Cecil, 1º barone di Burghley.
La Coppa dei Campioni fu disputata per la prima volta nel 1955, ma nessuna squadra inglese prese parte al torneo a causa delle regole imposte dalla Football League.
Il Manchester United partecipò alla Coppa dei Campioni 1956-1957 giungendo alle semifinali, dove venne sconfitto dai futuri campioni del Real Madrid, era quindi una delle formazioni favorite per l'edizione successiva del 1957-1958.
La squadra era conosciuta con nome di Busby Babes per via dell'allenatore Matt Busby e dell'età media dei giocatori, davvero molto giovane.
Il club aveva noleggiato un aereo per fare ritorno dalla partita di Coppa dei Campioni contro la squadra jugoslava della Stella Rossa di Belgrado, terminata con un pareggio per 3-3 (con questo risultato il Manchester United si era qualificato alle semifinali, avendo vinto la gara di andata per 2-1). Il decollo da Belgrado fu ritardato di un'ora perché il giocatore del Manchester United Johnny Berry aveva perso il suo passaporto. Poi l'aereo fece una fermata programmata a Monaco per rifornirsi di carburante.
Mancava il "trainer" della squadra, di fatto il vice di Busby, Jimmy Murphy, casualmente assente in quanto impegnato come selezionatore della nazionale gallese nello spareggio per le qualificazioni al campionato mondiale di calcio 1958.
Il capitano James Thain, il pilota, tentò di decollare due volte, ma entrambi i tentativi furono infruttuosi per un surriscaldamento del motore sinistro. Al terzo tentativo di decollo si decise di ovviare al surriscaldamento del motore sinistro "ritardandone" l'accelerazione, facendo percorrere all'aereo una lunghezza maggiore di quella usualmente richiesta. Per questo l'aereo fu costretto a utilizzare un tratto di pista non percorso quel giorno dagli altri aerei. In quella zona della pista era presente un sottile strato di neve sciolta, che ostacolò l'accelerazione dell'aereo, impedendo così il decollo.


Un Airspeed Ambassador simile a quello coinvolto nell'incidente

Durante questa operazione l'aereo raggiunse i 117 nodi, ma nel tratto finale calò a 105 nodi (194 km/h), una velocità troppo bassa per poter volare e con troppa poca pista per poter interrompere il decollo.
Alle 15:04 l'aeroplano si schiantò sulla recinzione che circondava l'aeroporto e poi su una casa, che in quel momento era vuota. Parte dell'ala e parte della coda vennero strappate. Il velivolo prese fuoco. Il lato sinistro della cabina di pilotaggio colpì un albero, il lato destro della fusoliera un capanno di legno, all'interno del quale c'era un camion pieno di pneumatici e carburante, che esplose.
L'incidente provocò la determinazione dei limiti operativi per l'accumulo di ghiaccio consentito sulle piste. Le autorità aeroportuali tedesche (che erano legalmente responsabili dello stato delle piste, sebbene non conoscessero il pericolo che il ghiaccio sulla pista comporta per aerei come l'Ambassador), intentarono un'azione legale contro il capitano Thain, che sopravvisse allo schianto, sostenendo che era decollato senza sbrinare le ali e che la responsabilità per l'incidente era solo sua, nonostante numerosi testimoni affermassero che ciò non era vero.
Le ipotesi delle autorità tedesche erano fondate su una foto del velivolo (pubblicata su diversi giornali) scattata poco prima del decollo, dove è visibile la neve sulla superficie superiore dell'ala. Quando fu esaminato il negativo originale, tuttavia, non venne notato né neve né ghiaccio; la "neve" era dovuta a una copia in negativo delle immagini pubblicate. I testimoni che accorsero subito dopo lo schianto e che esclusero la presenza di ghiaccio, rilevata invece dal responsabile delle indagini, giunto sul luogo solo nella notte inoltrata, non vennero chiamati o presi in considerazione dagli inquirenti tedeschi e il procedimento contro Thain proseguì fino al 1968, quando fu finalmente esclusa - almeno dalle autorità britanniche - ogni sua responsabilità. La causa ufficiale, come riportato dalle autorità britanniche, fu un accumulo di ghiaccio e neve sciolta sulla pista che frenò improvvisamente l'aereo impedendogli di raggiungere la velocità necessaria per il decollo.
Thain, che fu licenziato dalla BEA poco dopo l'incidente e non venne mai più reintegrato, andò in pensione tornando a fare l'avicoltore nel suo allevamento situato nel Berkshire, Morì nel 1975 per un attacco di cuore all'età di 53 anni.

giovedì 2 febbraio 2017

"Quando ero bambino, non c'era da vergognarsi ad avere mal di schiena e ginocchia doloranti. Perché anche se ufficialmente il gioco si chiama Calcio da tavolo Subbuteo, conoscevo pochissima gente che ci giocava davvero sul tavolo. E di gente che ci giocava ne conoscevo parecchia. Il campo da Subbuteo veniva posato sul pavimento oppure direttamente sul tappeto. Avendo una moquette abrasiva come la carta vetrata, io e i miei fratelli usavamo degli speciali cuscini da Subbuteo per cercare di minimizzare il consumo delle ginocchia mentre strisciavamo intorno al campo. Si disputavano perennemente campionati e coppe tra noi e i nostri amici. Divennero tanto popolari che a un certo punto dovemmo limitare il numero delle persone che venivano semplicemente a vederli. Si faceva accomodare la folla in eccesso in un'altra stanza, dove veniva trasmessa la radiocronaca della partita in corso attraverso i nostri nuovissimi walkie-talkie. All'inizio del ventunesimo secolo il Subbuteo è ancora popolare. Ci sono migliaia di siti web dedicati alla glorificazione del signor Adolph e dei suoi omini di plastica, e in tutto il pianeta si tengono ancora campionati cinquant'anni dopo che Peter Adolph presentò al mondo quel suo gioco dal nome strano. Forse non sorprende che a organizzare e disputare questi tornei siano uomini adulti, ma segnali rivelano che una nuova generazione di bambini sta iniziando a interessarsi al gioco."

Subbuteo o son Desto? Intervista sul libro di Nicola Delez su Sky Sport 24.



Da sx Alex Rota, Andrea Piccaluga e Davide Furini.


 
 
Andrea Piccaluga, di origine Genovese ma Pisano di adozione classe 1964, Campione del Mondo juniores nel 1978, uno dei ricordi più belli del Subbuteo Italiano.
Il ragazzo più invidiato dalla nostra generazione Subbuteistica, famosissime le sue foto su tutti i cataloghi, che narravano della mitica vittoria di Wembley.

1) A Mantova durante la presentazione del libro di Tatarsky, dicevi che prima del Subbuteo giocavi con i tappi come giocatori, come hai conosciuto poi il Subbuteo?

Ho giocato tantissimo con i tappi, che a Genova si chiamano “grette”. Giocavo soprattutto con mio zio Angelo, facendo interminabili partite e passando forse ancora più tempo a scrivere i risultati su dei quadernoni. Giocavamo soprattutto d’estate, subito dopo pranzo, in vacanza in Piemonte e faceva caldissimo. Non so veramente come facesse lui, ma evidentemente un po’ si divertiva. Poi uscì il Subbuteo, e mi sembra che le prime due squadre mi furono regalate da mio padre, il Messico e il Real Madrid (n.21 nel catalogo). Ci giocai tutta la sera e ruppi diversi giocatori con le ginocchia perché giocavo su un telo steso per terra. Avevo sette anni e fu innamoramento a prima vista. Nella mia via, a Pisa, c’erano tantissimi ragazzi, molti più grandi di me. Tutti giocavano e io imparavo dai più grandi. Poi i primi tornei, le prime trasferte a fare tornei a Genova. Sembravano avventure epiche.



2) Chiederti di Wembley 1978 e della tua vittoria è d’obbligo ci racconti qualcosa? La partita con il Belga in semifinale fu veramente la più difficile?

La partita con Clarbois fu senza dubbio la più difficile. Sapevo che era la vera finale. Io non ero un mostro dei tiri piazzati, ma quella volta feci cinque reti. C’era un grande tifo degli accompagnatori italiani. Ero contento ma tranquillo, tanto che dopo la vittoria presi subito la scatola per rimettere a posto i giocatori che tenevo per terra. Era la routine di ogni partita, e chi venne a festeggiarmi praticamente mi trovò …sotto il tavolo!



3) Te lo avranno chiesto almeno mille volte…ma il famoso dito assicurato?

L’assicurazione esisteva veramente, ma era stata stipulata dagli organizzatori inglesi di una tourneé di 20 giorni in Inghilterra. Sono quasi sicuro che se mi fossi fatto male i soldi li avrebbero presi loro, ma per me, che avevo 15 anni, girare 20 giorni in Inghilterra, anche se giocavo varie ore al giorno nei negozi di giocattoli, è stata una bella esperienza. In quell’anno abitavo in Messico, e per l’occasione la Federazione di Subbuteo mi fece fare un vestito (giacca blu, camicia bianca e pantaloni grigi e scudetto dell’Italia) con cui feci il viaggio in aereo, da solo, da Città del Messico a Londra. A pensarci ora mi sembra una pazzia. Farei fare un viaggio simile a mio figlio? Eppure andò tutto benissimo.



4) una domanda di rito che faccio a chi come te lo ha conosciuto, Edilio Parodi hai un aneddoto o un ricordo?

Lui era molto affettuoso e sorridente e aveva lo stile degli imprenditori di una volta. Era divertito dal fatto che fossi genovese di nascita ma ormai pisano di adozione. Loro ci tenevano ad avere campioni genovesi, e quello che aveva portato il titolo in Italia era una sorta di ex-genovese! Ricordo la sua signorilità e la brillantina che portava in testa, i capelli pettinati all’indietro. Ricordo anche quando visitai il suo magazzino a Genova: non avevo mai visto, e mai avrei rivisto, tante squadre sugli scaffali.



5) Al torneo di Mantova hai giocato una bellissima partita di finale con Stefano de Francesco, giocatore in attività fra i più quotati in Italia e all’estero cedendo per 1-0 solo nel finale, parlando con Stefano mi ha confidato “ se fosse allenato sarebbe ancora oggi uno dei più forti” la classe è rimasta immutata…


Giocare a Subbuteo è un po’ come andare in bici. Non si disimpara mai. Ma sappiamo bene che per vincere bisogna allenarsi e molto. Negli ultimi 6/7 anni avrò giocato 3 volte, per un paio di partite ciascuna, dato che giocare con Iacopo, mio figlio di 5 anni, non credo faccia testo. Devo quindi dire che avere giocato bene la finale mi ha fatto piacere. Non sono informato su classifiche e ranking e quindi non so come è piazzato de Francesco, ma mi sembra di avere giocato abbastanza alla pari. Le partite precedenti le avevo giocate così così, ma evidentemente dopo 5 partite qualcosa era migliorato. La percentuale di agganci è stata altissima, ma il tiro molto scadente!



6) Ti ho visto giocare con un Pisa hw, hai conservato il tuo materiale con cui giocavi? So anche che conservi gelosamente qualche bomboletta del famoso Nugget…..

A Mantova mi hanno detto che dovevo giocare con una vecchia squadra Subbuteo e ho usato il Pisa con basi bianche sotto e sopra, che era la mia squadra migliore. E’ vero, ho tre bombolette di Nugget. In realtà ho solo tre vecchie squadre, non di più.



7) la Federazione Italiana cerca il riconoscimento al CONI per far diventare il Calcio da Tavolo uno sport cosa ne pensi?

Beh, non sono molto informato sui dettagli, ma non credo che il Calcio da Tavolo meriti un’attenzione in termini di riconoscimento inferiore a quella che ha per esempio il biliardo.



8) Molti ( me compreso) sono nostalgici del Subbuteo vecchia maniera, a Verona e Torino si svolgeranno a breve due Subbuteo Fair, dove si gioca, si scambia materiale si discuterà sul futuro di questa disciplina, è nata un associazione per il salvataggio del gioco e della sua storia, il Subbuteo eletto ormai a simbolo del Fair Play e degli anni 70, i campioni degli anni d’oro come te e Beverini sono ormai entrati nella leggenda cosa ti sembra di tutto questo?

Io ho vissuto solo l’era del Subbuteo, perché avevo già smesso di giocare quando sono cambiate le cose. Per quanto riguarda il collezionismo, sono assolutamente strabiliato dalle cose che vedo e sento. E pensare che negli anni ’70 i negozi erano pieni di roba di Subbuteo!



9) Ora insegni, ti è mai capitato che qualche tuo studente girovagando su internet abbia visto fotografie e commenti sul tuo passato agonistico e ti abbia chiesto qualcosa in classe?

E’ molto, ma molto più frequente che una cosa del genere mi venga chiesta da miei coetanei nel corso di riunioni di lavoro. E’ incredibile quante volte mi è successo che dopo avere iniziato una riunione seria con persone sconosciute, dandosi del lei in giacca e cravatta, si sia finito dandoci del tu e parlando di Subbuteo. Gli studenti che ora hanno 20 anni fanno invece un po’ di fatica a capire di cosa stiamo parlando. Però devo dire che i miei figli Irene e Iacopo, di 8 e 5 anni, hanno capito che il Subbuteo era qualcosa di notevole quando hanno visto tutte le persone che a Mantova sono venute alla presentazione del libro di Tatarski. Qualche collezionista ha perfino ritenuto di chiedermi un autografo e a quel punto Irene veramente non ci ha capito più niente!



10) Voci non confermate dicono che giochi anche a CDT qualche volta e’ vero?


Sabato scorso sono andato a giocare con gli amici pisani e ho fatto due partite. A me viene da dire che gioco a Subbuteo, ma mi hanno insegnato le regole nuove, che con difficoltà ho provato ad applicare. Per giocare mi sono comprato due scatole Zuego, che mi sono sembrate ottime rispetto alle mie vecchie miniature Subbuteo. Ma i miei due amici pisani avevano delle miniature fantastiche, non solo dal punto di vista estetico (pura fantascienza per me tutti quei disegni e quelle scritte), ma anche dal punto di vista tecnico (una aveva anche delle basi trasparenti!). Penso che mi comprerò una di queste squadre fantastiche, ma conserverò gelosamente il mio vecchio Pisa, che ormai non ha neanche un omino non incollato e tenuto insieme con l’Attak.




Ringrazio Andrea per la disponibilità, visto i suoi innumerevoli impegni, per averci dato questa testimonianza che fa parte di uno dei capitoli più belli della storia del nostro Subbuteo.
Non pensavo di sconvolgere tua figlia, l’autografo sul quel libro lo hai fatto a me.
Nella mia ultima mail trovi il nik della persona che ti ha dedicato quella famosa poesia.


Alex Rota.

lunedì 30 gennaio 2017

Restauro di una Sampdoria in stile Kent, completamente rifatta su materiale originale Subbuteo i colori sono i classici Humbrol.
Dipinta e restaurata da Alex Rota.

giovedì 26 gennaio 2017

Dal famoso film Escape to Victory (Fuga per la Vittoria) le due squadre contendenti qui a sinistra la Germania omini e basi Top Spin, colori Humbrol, dipinta da Alex Rota.
In basso la squadra Alleata di cui Silvester Stallone e Pelè con Ardiles e Caine davano vita ad un film epico....
 
Ecco la famosa rovesciata in un video...
 
https://youtu.be/hvSUiP-QLMo

Gli alleati sempre su omini Top Spin, colori Humbrol, dipinti da Alex Rota.