sabato 25 febbraio 2017



Quando la passione non ha limiti succede che... Nasce una collezione, una collezione  imponente e un sito per condividerla con tutti gli appassionati di questo fantastico gioco che ha fatto giocare e sognare molte generazioni senza subire il sorpasso dei videogiochi.
E' sicuramente il gioco che riproduce più fedelmente il calcio e molte delle sue regole usato da allenatori per spiegare la tattica e da molte trasmissioni televisive, ci hanno giocato politici, imprenditori, gente dello spettacolo, scrittori che hanno ricordato la loro infanzia in un libro di interviste raccolte magistralmente da Nicola Deleonardis.
Un gioco senza tempo che Francao ( al secolo Franco Esposito ) ha fermato in queste bellissime pagine e un appassionato di Subbuteo non può esimersi dal ricordare i bei tempi andati.

Alex Rota.

Sono qui a presentare con un pizzico di orgoglio e di soddisfazione il sito della mia collezione:



www.thesubbuteomuseum.com

un'altro piccolo sogno nel cassetto che si avvera,circa 2 anni di lavoro ritagliato nel pochissimo tempo libero a disposizione, ringrazio mille volte GIANNI LOMBARDI per il lavoro svolto e soprattutto per la pazienza che ha avuto nei miei confronti in questo periodo.
Il sito non è ovviamente completo, al momento è visibile circa 1/4 - 1/5 della mia collezione ma sarà aggiornato ogni 15 giorni con nuove foto e nuovi contenuti, consideratelo "work in progress",potrebbe cambiare qualcosa in futuro non esclusa la grafica e la tipologia di foto.

Saranno ben accetti consigli e valutazioni purchè costruttive,il sito è si mio ma deve (giustamente) piacere agli utenti e soprattutto spero sia di valido aiuto ai neofiti che spesso si affacciano in questo meraviglioso mondo del subbuteo senza neanche minimamente immaginare quanto sia vasto e variegato.
Penso che la sezione "palloni" e tracksuited team sia di assoluto livello, è prevista per il futuro anche la versione in inglese.
Dedico il sito a mamma e papà che non ci sono più e soprattuttto alla mia famiglia che ormai condivide e sopporta da anni questa mia passione Verde....

BUONA VISIONE

FRANCAO

venerdì 17 febbraio 2017

 
 
 
 
Tra i giochi più amati degli anni '70 e '80, il Subbuteo ha ripreso ad attirare giocatori vecchi e nuovi grazie agli ex bambini degli anni del boom, che hanno dato vita al movimento del Calcio da Tavolo, hanno fondato la comunità Old Subbuteo e hanno trasmesso la loro grande passione a figli e nipoti, fino a convincere l.industria del giocattolo a rimettere il Subbuteo in produzione. Scritto da un preparatissimo "oldsubbuteista" con il contributo di altri grandi appassionati, Il Manuale del Subbuteo è ricco di spunti e curiosità per approfondire tutti gli aspetti del gioco, dalla preparazione del campo alla pittura degli omini, dai regolamenti alle tattiche di gioco, dai club e i migliori siti web alle nozioni di base per il collezionismo, il tutto spiegato con semplicità e chiarezza e corredato da tante immagini a colori. Il documentario "cult" Subbuteopia (del regista Pierr Nosari), allegato al volume, esplora i luoghi, i sentimenti e le utopie che gravitano intorno al panno verde del Subbuteo, svelando storie affascinanti come il dito "assicurato" a suon di sterline dell'italiano Andrea Piccaluga, Campione del Mondo Juniores nel 1978, o il campo da gioco Stadium of Fingers dell'inglese Stephen Moreton, popolato da oltre 10.000 spettatori dipinti a mano.

Ogni benedetta domenica - Il Subbuteo "letterario"





Intervista doppia a Nicola De Leonardis e Fabrizio Ghilardi......


Conosco Nicola ormai da parecchio tempo, molto del quale passato a restaurare le Hw disgraziate che mi manda!!
Ormai il nostro uomo ha una grande esperienza nell'organizzare ottimi tornei e il suo libro sulle interviste ai " famosi del subbuteo " ha avuto un buonissimo successo anche con apparizioni televisive, quindi perchè non chiedergli un pò di impressioni dopo tutte queste esperienze?


1)Ciao Nicola domanda d’obbligo la tua prima volta? Nel Subbuteo intendo…

Caro Alex, e chi se lo ricorda più? Sicuramente con mio fratello, cinque anni e mezzo più giovane. Io avrò avuto 11 anni, lui 5 e mezzo. Niente panno (non l'ho mai avuto). Una bella imitazione su panno lenci verde. Ma squadre già di valore: Haiti contro Germania Ovest, la mitica BRD... panno steso per terra, regole inventate e ginocchia dolenti. Dio che nostalgia! Di tutto ciò, mi sono rimaste le ginocchia dolenti (e mio fratello, ovvio).

2) La tua collezione ci racconti come è composta e quale pezzo desideri di più?

Ho ricominciato a respirare Subbuteo circa 5 anni fa. Volevo comprarmi una Spal (ref. 3) così, tanto per gioco. Pensavo fosse difficile, invece ho scoperto un mondo...costosissimo! Ahimè sono entrato nel vortice (anche colpa tua, eh!), non solo delle squadre (ne ho circa 150, ma temo fortemente anche alcune “sole”) e diverse scatole (pardon, set) le quali, secondo me, in certi casi sono ancora più esaltanti delle squadre stesse. Lì si vede non solo l'evoluzione della miniatura, ma il passare del tempo: dalla Continental a quelle con le lw per gli Europei di calcio... uno spaccato del calcio che passa (e del tempo...). Cosa desidero? Mi piacerebbe avere un Clydebank o un Bishop Auckland originale. Anche la Cape Town mi piace molto. Ma forse, in assoluto, un bel Munich originale ed in buono stato....

3) A Ferrara a Maggio stai organizzando un torneo che ormai sta diventando una bella tradizione che sorprese hai per questa edizione?

Eh...che sorprese sarebbero se te le dicessi? A parte gli scherzi, sono molto contento che quest'appuntamento diventi un “must”annuale, un ritrovo per tanti amici subbuteisti in giro per l'Italia. Il Subbuteo è stato il veicolo di tante amicizie in gioventù e lo è tutt'ora a 40 anni suonati. Il Comune e la Provincia supportano l'idea del Torneo concedendo angoli di Ferrara medievale molto suggestivi. Un'accoppiata questa fra Subbuteo e luoghi storici che personalmente mi affascina enormemente e che spero molti altri gruppi e club possano seguire, adeguatamente supportati dalle amministrazioni locali. Poi chissà se venisse a giocare anche qualche personaggio famoso....


4) Il tuo libro di interviste sui trascorsi di personaggi famosi che raccontano le loro esperienze Subbuteistiche ha avuto un ottimo successo ne sarai certamente orgoglioso….

Si. Devo dirti la verità sono molto fiero, anche perchè ho realizzato un sogno nel cassetto. Devo ringraziare in primis Roberto Mugavero e Minerva Edizioni che hanno creduto in questo piccolo lavoro. Il bello di questo “lavoro” è stato che più semplice del previsto! Non ho trovato nessuno (non è proprio vero: qualche difficoltà l'ho avuta, più dai “filtri” di manager o segretari subbuteisticamente agnostici...) che non abbia risposto praticamente nel giro di pochi giorni. Parlare di calcio a Buffon, a de Grandis o a Cucchi oppure di letteratura a Brizzi o a Tognazzi probabilmente sarebbe stato impossibile. Per il Subbuteo? Pronti!!!


5) Hai legato il Subbuteo all’impegno sociale in favore dell’Associazione Giulia come è stata la risposta e quali i risultati?


Subbuteo vuol dire tornare bambini. Purtroppo non nel senso fisico del termine, ma di poter allentare la morsa degli impegni per un po', quello si. Noi, per la stragrande maggioranza dei casi, siamo fortunati. Ho conosciuto bambini che non hanno avuto la fortuna di poter vivere la propria situazione naturale di spensieratezza. Bambini che erano o sono malati, ho che già a pochi anni hanno la preoccupazione dipinta sul volto perchè uno dei propri genitori è malato. L'Associazione Giulia di Ferrara aiuta i bambini in questi casi, con supporti psicologici. Fare del mio divertimento preferito (attuale e un modo per raccogliere fondi per questa causa.


6)Sei molto amico con Fabrizio Fontana,con Elio e la sua Band e altri ma chi è il più invasato fra di loro?

Beh, molto amico è esagerato. Sono fra i personaggi famosi coi quali sono rimasto in contatto dopo le interviste. Fabrizio Fontana è matto di suo. Mi raccontava che andava ai tornei con le squadre in tasca. Quando toccava a lui, arrivava al campo ed estraeva una manciata di giocatori e li posizionava sul panno, inorridendo l'avversario....e la cosa mi è stata confermata anche da Massimo Conti (Cineasta). Invece Faso (il bassista di Elio) è fantastico: disponibilissimo e simpatico, gioca però molto meno visti gli impegni lavorativi e...di baseball!Altri grandi personaggi sono Stefano de Grandis, Enrico Testa e Marco Mazzocchi. Tutti grandi subbuteisti, se solo avessero tempo...


7) Il Subbuteo purtroppo è un piccolo mondo molto spezzettato dove proprio non si riesce ad andare d’accordo che ne pensi?

Credimi. La cosa mi fa molto incazzare. Perchè penso sia un problema di pochi e per motivi che forse sono troppo personali. Alzare i toni fa male in tutti i campi. Nel Subbuteo poi mi sembra paradossale. Ci sarebbero tante risorse, umane e strutturali, da utilizzare e condividere che, secondo me, se attivate potrebbero riaprire una stagione d'oro del Subbuteo. Che poi sia Calcio da Tavolo o Subbuteo chi se ne frega... ognuno giochi come vuole, nel rispetto dell'altro. Se uno si vuole vestire di pelle e l'altro con la tuta, e allora? Mah. Conosco diverse persone che giocano ad entrambe le modalità. Poi che ci siano toni agonistici più spinti nel Cdt che nel subbuteo tradizionale, è un dato certo. Ecco, quello è una discriminante, direi oggettiva, ma causata da una struttura organizzativa differente.


8) Organizzi anche piccoli tornei per i ragazzini e anche in questa annata ti sei dato da fare per averli all’evento che stai organizzando che idea ti sei fatto?

Che senza bambini non c'è futuro. In nulla e tanto più nel Subbuteo. Quando avremo l'artrosi deformante alle dita, chi giocherà più se non trasmettiamo la nostra passione a figli e nipoti? Cerchiamo di far crescere il movimento “under” il più che possiamo. Addirittura cercherei, nel limite delle possibilità organizzative di ogni manifestazione, di fare un torneo distinto, “obbligando” i ragazzini a giocare non con gli adulti ma fra di loro, facendo nascere un movimento parallelo. E le soddisfazioni sono grandi. Vedere ancora decine di bambini assatanati dietro una miniatura è bello.

9)Raccontaci del vostro gruppo di Ferrara molto attivo e goliardico direi…

Si anche troppo a volte... siamo nati nel 2007, riunendoci io e altri due miei ex compagni di classe delle superiori. Da lì sono venuti altri due amici, poi uno chiama l'altro...ci trovavamo a casa mia (soprannominato il Tempio). Poi ora siamo in 25, più o meno attivi, con potenzialità di almeno altre 20 persone che sto cercando di affrancare da mogli, figli, cani.... tutti ragazzi splendidi con i quali si condivide non solo la passione del Subbuteo. Qualcuna lucida le miniature ma ahimè, nessuno è perfetto....



10)Mi hai fatto il grande onore di inserire un capitolo sul tuo libro sul restauro e la pittura…Adesso che è stampato e non puoi più tornare indietro ti volevo fare questa domanda…Ma come ti è saltato in mente?


Ahahah... beh, ti ho soprannominato il “pinturicchio del Subbuteo”, un po' come Del Piero... perchè sei oggettivamente uno dei migliori artisti subbuteisti in assoluto. Le tue Spal su walker sono dei piccoli capolavori. E un capitolo su come fare a restaurare e dipingere è fondamentale perchè il mondo del Subbuteo ha una grossa fetta di appassionati che si dilettano in questo. Potrebbe essere uno spunto per un nuovo libro, che dici?....bisognerebbe che tu fossi un po' più celere nei tuoi impegni artistici.....


Caro Nicola ormai dovresti aver capito che sono un pigro e come tutti gli artisti lavoro quando mi gira bene...E' cosi che sono nate le tue Spal che reputo uno dei lavori più belli che ho mai fatto e credimi ne ho fatti parecchi...

Grazie Nicola...

Alex Rota

sabato 4 febbraio 2017

Condivide con il Grande Torino la sfortuna di un incidente aereo che annullò in gran parte questo fantastico Manchester United, la divisa è quella del 1958.
Il disastro aereo di Monaco di Baviera avvenne il 6 febbraio 1958 quando il volo 609 si schiantò al suo terzo tentativo di decollo da una pista ricoperta di neve mista a fango all' aereoporto di Monaco nell' allora Germania Ovest. A bordo dell'aereo c'era la squadra di calcio del Manchester United, soprannominata i Busby Babes, insieme ad alcuni sostenitori e giornalisti, morirono 23 dei 44 passeggeri. Il volo charter, destinato all'aeroport di Manchester, era gestito dalla British European Airways (BEA) utilizzando un velivolo Airspeed Ambassador, precisamente con matricola G-ALZU, intitolato a William Cecil, 1º barone di Burghley.
La Coppa dei Campioni fu disputata per la prima volta nel 1955, ma nessuna squadra inglese prese parte al torneo a causa delle regole imposte dalla Football League.
Il Manchester United partecipò alla Coppa dei Campioni 1956-1957 giungendo alle semifinali, dove venne sconfitto dai futuri campioni del Real Madrid, era quindi una delle formazioni favorite per l'edizione successiva del 1957-1958.
La squadra era conosciuta con nome di Busby Babes per via dell'allenatore Matt Busby e dell'età media dei giocatori, davvero molto giovane.
Il club aveva noleggiato un aereo per fare ritorno dalla partita di Coppa dei Campioni contro la squadra jugoslava della Stella Rossa di Belgrado, terminata con un pareggio per 3-3 (con questo risultato il Manchester United si era qualificato alle semifinali, avendo vinto la gara di andata per 2-1). Il decollo da Belgrado fu ritardato di un'ora perché il giocatore del Manchester United Johnny Berry aveva perso il suo passaporto. Poi l'aereo fece una fermata programmata a Monaco per rifornirsi di carburante.
Mancava il "trainer" della squadra, di fatto il vice di Busby, Jimmy Murphy, casualmente assente in quanto impegnato come selezionatore della nazionale gallese nello spareggio per le qualificazioni al campionato mondiale di calcio 1958.
Il capitano James Thain, il pilota, tentò di decollare due volte, ma entrambi i tentativi furono infruttuosi per un surriscaldamento del motore sinistro. Al terzo tentativo di decollo si decise di ovviare al surriscaldamento del motore sinistro "ritardandone" l'accelerazione, facendo percorrere all'aereo una lunghezza maggiore di quella usualmente richiesta. Per questo l'aereo fu costretto a utilizzare un tratto di pista non percorso quel giorno dagli altri aerei. In quella zona della pista era presente un sottile strato di neve sciolta, che ostacolò l'accelerazione dell'aereo, impedendo così il decollo.


Un Airspeed Ambassador simile a quello coinvolto nell'incidente

Durante questa operazione l'aereo raggiunse i 117 nodi, ma nel tratto finale calò a 105 nodi (194 km/h), una velocità troppo bassa per poter volare e con troppa poca pista per poter interrompere il decollo.
Alle 15:04 l'aeroplano si schiantò sulla recinzione che circondava l'aeroporto e poi su una casa, che in quel momento era vuota. Parte dell'ala e parte della coda vennero strappate. Il velivolo prese fuoco. Il lato sinistro della cabina di pilotaggio colpì un albero, il lato destro della fusoliera un capanno di legno, all'interno del quale c'era un camion pieno di pneumatici e carburante, che esplose.
L'incidente provocò la determinazione dei limiti operativi per l'accumulo di ghiaccio consentito sulle piste. Le autorità aeroportuali tedesche (che erano legalmente responsabili dello stato delle piste, sebbene non conoscessero il pericolo che il ghiaccio sulla pista comporta per aerei come l'Ambassador), intentarono un'azione legale contro il capitano Thain, che sopravvisse allo schianto, sostenendo che era decollato senza sbrinare le ali e che la responsabilità per l'incidente era solo sua, nonostante numerosi testimoni affermassero che ciò non era vero.
Le ipotesi delle autorità tedesche erano fondate su una foto del velivolo (pubblicata su diversi giornali) scattata poco prima del decollo, dove è visibile la neve sulla superficie superiore dell'ala. Quando fu esaminato il negativo originale, tuttavia, non venne notato né neve né ghiaccio; la "neve" era dovuta a una copia in negativo delle immagini pubblicate. I testimoni che accorsero subito dopo lo schianto e che esclusero la presenza di ghiaccio, rilevata invece dal responsabile delle indagini, giunto sul luogo solo nella notte inoltrata, non vennero chiamati o presi in considerazione dagli inquirenti tedeschi e il procedimento contro Thain proseguì fino al 1968, quando fu finalmente esclusa - almeno dalle autorità britanniche - ogni sua responsabilità. La causa ufficiale, come riportato dalle autorità britanniche, fu un accumulo di ghiaccio e neve sciolta sulla pista che frenò improvvisamente l'aereo impedendogli di raggiungere la velocità necessaria per il decollo.
Thain, che fu licenziato dalla BEA poco dopo l'incidente e non venne mai più reintegrato, andò in pensione tornando a fare l'avicoltore nel suo allevamento situato nel Berkshire, Morì nel 1975 per un attacco di cuore all'età di 53 anni.

giovedì 2 febbraio 2017

"Quando ero bambino, non c'era da vergognarsi ad avere mal di schiena e ginocchia doloranti. Perché anche se ufficialmente il gioco si chiama Calcio da tavolo Subbuteo, conoscevo pochissima gente che ci giocava davvero sul tavolo. E di gente che ci giocava ne conoscevo parecchia. Il campo da Subbuteo veniva posato sul pavimento oppure direttamente sul tappeto. Avendo una moquette abrasiva come la carta vetrata, io e i miei fratelli usavamo degli speciali cuscini da Subbuteo per cercare di minimizzare il consumo delle ginocchia mentre strisciavamo intorno al campo. Si disputavano perennemente campionati e coppe tra noi e i nostri amici. Divennero tanto popolari che a un certo punto dovemmo limitare il numero delle persone che venivano semplicemente a vederli. Si faceva accomodare la folla in eccesso in un'altra stanza, dove veniva trasmessa la radiocronaca della partita in corso attraverso i nostri nuovissimi walkie-talkie. All'inizio del ventunesimo secolo il Subbuteo è ancora popolare. Ci sono migliaia di siti web dedicati alla glorificazione del signor Adolph e dei suoi omini di plastica, e in tutto il pianeta si tengono ancora campionati cinquant'anni dopo che Peter Adolph presentò al mondo quel suo gioco dal nome strano. Forse non sorprende che a organizzare e disputare questi tornei siano uomini adulti, ma segnali rivelano che una nuova generazione di bambini sta iniziando a interessarsi al gioco."

Subbuteo o son Desto? Intervista sul libro di Nicola Delez su Sky Sport 24.



Da sx Alex Rota, Andrea Piccaluga e Davide Furini.


 
 
Andrea Piccaluga, di origine Genovese ma Pisano di adozione classe 1964, Campione del Mondo juniores nel 1978, uno dei ricordi più belli del Subbuteo Italiano.
Il ragazzo più invidiato dalla nostra generazione Subbuteistica, famosissime le sue foto su tutti i cataloghi, che narravano della mitica vittoria di Wembley.

1) A Mantova durante la presentazione del libro di Tatarsky, dicevi che prima del Subbuteo giocavi con i tappi come giocatori, come hai conosciuto poi il Subbuteo?

Ho giocato tantissimo con i tappi, che a Genova si chiamano “grette”. Giocavo soprattutto con mio zio Angelo, facendo interminabili partite e passando forse ancora più tempo a scrivere i risultati su dei quadernoni. Giocavamo soprattutto d’estate, subito dopo pranzo, in vacanza in Piemonte e faceva caldissimo. Non so veramente come facesse lui, ma evidentemente un po’ si divertiva. Poi uscì il Subbuteo, e mi sembra che le prime due squadre mi furono regalate da mio padre, il Messico e il Real Madrid (n.21 nel catalogo). Ci giocai tutta la sera e ruppi diversi giocatori con le ginocchia perché giocavo su un telo steso per terra. Avevo sette anni e fu innamoramento a prima vista. Nella mia via, a Pisa, c’erano tantissimi ragazzi, molti più grandi di me. Tutti giocavano e io imparavo dai più grandi. Poi i primi tornei, le prime trasferte a fare tornei a Genova. Sembravano avventure epiche.



2) Chiederti di Wembley 1978 e della tua vittoria è d’obbligo ci racconti qualcosa? La partita con il Belga in semifinale fu veramente la più difficile?

La partita con Clarbois fu senza dubbio la più difficile. Sapevo che era la vera finale. Io non ero un mostro dei tiri piazzati, ma quella volta feci cinque reti. C’era un grande tifo degli accompagnatori italiani. Ero contento ma tranquillo, tanto che dopo la vittoria presi subito la scatola per rimettere a posto i giocatori che tenevo per terra. Era la routine di ogni partita, e chi venne a festeggiarmi praticamente mi trovò …sotto il tavolo!



3) Te lo avranno chiesto almeno mille volte…ma il famoso dito assicurato?

L’assicurazione esisteva veramente, ma era stata stipulata dagli organizzatori inglesi di una tourneé di 20 giorni in Inghilterra. Sono quasi sicuro che se mi fossi fatto male i soldi li avrebbero presi loro, ma per me, che avevo 15 anni, girare 20 giorni in Inghilterra, anche se giocavo varie ore al giorno nei negozi di giocattoli, è stata una bella esperienza. In quell’anno abitavo in Messico, e per l’occasione la Federazione di Subbuteo mi fece fare un vestito (giacca blu, camicia bianca e pantaloni grigi e scudetto dell’Italia) con cui feci il viaggio in aereo, da solo, da Città del Messico a Londra. A pensarci ora mi sembra una pazzia. Farei fare un viaggio simile a mio figlio? Eppure andò tutto benissimo.



4) una domanda di rito che faccio a chi come te lo ha conosciuto, Edilio Parodi hai un aneddoto o un ricordo?

Lui era molto affettuoso e sorridente e aveva lo stile degli imprenditori di una volta. Era divertito dal fatto che fossi genovese di nascita ma ormai pisano di adozione. Loro ci tenevano ad avere campioni genovesi, e quello che aveva portato il titolo in Italia era una sorta di ex-genovese! Ricordo la sua signorilità e la brillantina che portava in testa, i capelli pettinati all’indietro. Ricordo anche quando visitai il suo magazzino a Genova: non avevo mai visto, e mai avrei rivisto, tante squadre sugli scaffali.



5) Al torneo di Mantova hai giocato una bellissima partita di finale con Stefano de Francesco, giocatore in attività fra i più quotati in Italia e all’estero cedendo per 1-0 solo nel finale, parlando con Stefano mi ha confidato “ se fosse allenato sarebbe ancora oggi uno dei più forti” la classe è rimasta immutata…


Giocare a Subbuteo è un po’ come andare in bici. Non si disimpara mai. Ma sappiamo bene che per vincere bisogna allenarsi e molto. Negli ultimi 6/7 anni avrò giocato 3 volte, per un paio di partite ciascuna, dato che giocare con Iacopo, mio figlio di 5 anni, non credo faccia testo. Devo quindi dire che avere giocato bene la finale mi ha fatto piacere. Non sono informato su classifiche e ranking e quindi non so come è piazzato de Francesco, ma mi sembra di avere giocato abbastanza alla pari. Le partite precedenti le avevo giocate così così, ma evidentemente dopo 5 partite qualcosa era migliorato. La percentuale di agganci è stata altissima, ma il tiro molto scadente!



6) Ti ho visto giocare con un Pisa hw, hai conservato il tuo materiale con cui giocavi? So anche che conservi gelosamente qualche bomboletta del famoso Nugget…..

A Mantova mi hanno detto che dovevo giocare con una vecchia squadra Subbuteo e ho usato il Pisa con basi bianche sotto e sopra, che era la mia squadra migliore. E’ vero, ho tre bombolette di Nugget. In realtà ho solo tre vecchie squadre, non di più.



7) la Federazione Italiana cerca il riconoscimento al CONI per far diventare il Calcio da Tavolo uno sport cosa ne pensi?

Beh, non sono molto informato sui dettagli, ma non credo che il Calcio da Tavolo meriti un’attenzione in termini di riconoscimento inferiore a quella che ha per esempio il biliardo.



8) Molti ( me compreso) sono nostalgici del Subbuteo vecchia maniera, a Verona e Torino si svolgeranno a breve due Subbuteo Fair, dove si gioca, si scambia materiale si discuterà sul futuro di questa disciplina, è nata un associazione per il salvataggio del gioco e della sua storia, il Subbuteo eletto ormai a simbolo del Fair Play e degli anni 70, i campioni degli anni d’oro come te e Beverini sono ormai entrati nella leggenda cosa ti sembra di tutto questo?

Io ho vissuto solo l’era del Subbuteo, perché avevo già smesso di giocare quando sono cambiate le cose. Per quanto riguarda il collezionismo, sono assolutamente strabiliato dalle cose che vedo e sento. E pensare che negli anni ’70 i negozi erano pieni di roba di Subbuteo!



9) Ora insegni, ti è mai capitato che qualche tuo studente girovagando su internet abbia visto fotografie e commenti sul tuo passato agonistico e ti abbia chiesto qualcosa in classe?

E’ molto, ma molto più frequente che una cosa del genere mi venga chiesta da miei coetanei nel corso di riunioni di lavoro. E’ incredibile quante volte mi è successo che dopo avere iniziato una riunione seria con persone sconosciute, dandosi del lei in giacca e cravatta, si sia finito dandoci del tu e parlando di Subbuteo. Gli studenti che ora hanno 20 anni fanno invece un po’ di fatica a capire di cosa stiamo parlando. Però devo dire che i miei figli Irene e Iacopo, di 8 e 5 anni, hanno capito che il Subbuteo era qualcosa di notevole quando hanno visto tutte le persone che a Mantova sono venute alla presentazione del libro di Tatarski. Qualche collezionista ha perfino ritenuto di chiedermi un autografo e a quel punto Irene veramente non ci ha capito più niente!



10) Voci non confermate dicono che giochi anche a CDT qualche volta e’ vero?


Sabato scorso sono andato a giocare con gli amici pisani e ho fatto due partite. A me viene da dire che gioco a Subbuteo, ma mi hanno insegnato le regole nuove, che con difficoltà ho provato ad applicare. Per giocare mi sono comprato due scatole Zuego, che mi sono sembrate ottime rispetto alle mie vecchie miniature Subbuteo. Ma i miei due amici pisani avevano delle miniature fantastiche, non solo dal punto di vista estetico (pura fantascienza per me tutti quei disegni e quelle scritte), ma anche dal punto di vista tecnico (una aveva anche delle basi trasparenti!). Penso che mi comprerò una di queste squadre fantastiche, ma conserverò gelosamente il mio vecchio Pisa, che ormai non ha neanche un omino non incollato e tenuto insieme con l’Attak.




Ringrazio Andrea per la disponibilità, visto i suoi innumerevoli impegni, per averci dato questa testimonianza che fa parte di uno dei capitoli più belli della storia del nostro Subbuteo.
Non pensavo di sconvolgere tua figlia, l’autografo sul quel libro lo hai fatto a me.
Nella mia ultima mail trovi il nik della persona che ti ha dedicato quella famosa poesia.


Alex Rota.

lunedì 30 gennaio 2017

Restauro di una Sampdoria in stile Kent, completamente rifatta su materiale originale Subbuteo i colori sono i classici Humbrol.
Dipinta e restaurata da Alex Rota.

giovedì 26 gennaio 2017

Dal famoso film Escape to Victory (Fuga per la Vittoria) le due squadre contendenti qui a sinistra la Germania omini e basi Top Spin, colori Humbrol, dipinta da Alex Rota.
In basso la squadra Alleata di cui Silvester Stallone e Pelè con Ardiles e Caine davano vita ad un film epico....
 
Ecco la famosa rovesciata in un video...
 
https://youtu.be/hvSUiP-QLMo

Gli alleati sempre su omini Top Spin, colori Humbrol, dipinti da Alex Rota.

mercoledì 25 gennaio 2017




Brescia 1911 anno di fondazione, replica su originali Subbuteo Walker Moulded, colori Humbrol, dipinta da Alex Rota.
Roma anni fine anni 20 su omini originali Subbuteo Walker Moulded, Colori Humbrol, dipinta a mano da Alex Rota.

domenica 22 gennaio 2017

Torna il Subbuteo. Il gioco che ha appassionato migliaia di bambini accompagna in questo libro i due protagonisti, chini sul tappeto verde, a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. C'è anche il mondo degli adulti, incarnato dai genitori, dagli insegnanti e dal nonno, che regala ai due fratelli l'agognato Subbuteo. E pagina dopo pagina rivivono i nomi e i volti appartenenti alla memoria collettiva: da Luciano Re Cecconi a Bobby Sands, da Margareth Tatcher ad Aldo Moro. Senza lasciare indietro naturalmente i numerosi calciatori italiani e stranieri.
A partire da sx Edilio Parodi, Semplici, Zollo, Beverini.














Federico Zollo, Genovese d’adozione e napoletano di nascita, ha giocato agonisticamente a Subbuteo negli anni d’oro ad altissimo livello e ha conosciuto e sfidato tutti i più grandi sia in Italia che in Europa…poi le necessità della vita come per parecchi di noi ,lo hanno allontanato dal Subbuteo e dall’attività agonistica.




1)Ciao Federico sei comparso su Subbuteocollection facendoci vedere delle fotografie bellissime l’ amore per il Subbuteo non muore mai? Come hai conosciuto il panno verde?

Eravamo un gruppo di amici, tutti di un quartiere di Genova (Pegli), ed avevamo a disposizione una cantina/taverna dove ci sfidavamo in campionati interminabili. Questo succedeva nel 1971, prima della “scoperta” del Subbuteo, e usavamo un tavolo di legno come campo da gioco, una palla artigianale e le “grette” come giocatori (i tappi di bottiglia). La cantina era di Stefano Beverini, e il gruppo era composto da una decina di amici, tra cui, oltre a Stefano e al sottoscritto, Roberto Semplici e Claudio Olivieri. Quando scorgemmo in un negozio di giocattoli la scatola del Subbuteo, fu una lietissima sorpresa per tutti noi. L’acquistammo subito con una colletta ed iniziammo tornei interni emozionanti e combattutissimi. Quando vennero organizzati i primi tornei ufficiali, creammo il Gruppo Subbuteo Pegli e ci iscrivemmo, scoprendo di essere i più forti, non solo a Genova ed in Liguria. Stefano Beverini, che probabilmente fra di noi era il più bravo ed il più freddo, vinse prima la selezione regionale e poi il primo campionato italiano, che si svolse ad Arenzano.

2) Ti piacerebbe tornare a qualche torneo e sfidare i vecchi amici?

Nel 1977 ho troncato di netto con il Subbuteo. Diciamo che avevo perso un po’ gli stimoli, poi gli studi universitari e qualche relazione sentimentale hanno fatto il resto. Altri del nostro gruppo si sono mantenuti nel giro per ancora molti anni. Sono rimasto in contatto, e tutt’ora sono molto amico, solo con Roberto Semplici. Lui ha conservato panno verde e squadre, e negli ultimi tempi mi ha proposto di fare qualche partita. Poi la scoperta di questi forum e siti sul Subbuteo, mi ha riportato indietro nel tempo e mi ha fatto venire un po’ la voglia di riprendere. Però per ora solo qualche partita tra amici, per i tornei vedremo in futuro.


3) Tornei con tutti i più grandi, Beverini in primis, chi era la tua” pecora nera” il giocatore che ti metteva più in difficoltà?

Sicuramente Beverini, in tornei ufficiali l’ho battuto solo una volta. Poi soffrivo anche Roberto Semplici, con lui ho perso spesso, adottava una tattica molto chiusa, un vero catenaccio all’italiana.


4) Hai conosciuto il “ papà” di tutti noi Edilio Parodi ci fai un breve profilo?


Noi giocatori genovesi abbiamo avuto la fortuna di avere in casa l’importatore del Subbuteo in Italia e questo ci ha sicuramente favorito. Ho un ricordo bellissimo, era orgoglioso e fiero di aver portato questo gioco in Italia. Ci invitava spessissimo nel suo Deposito di Manesseno, noi ci andavamo per ammirare tutte le squadre, i vari accessori e le novità che man mano uscivano. E quasi sempre le visite si concludevano con qualche regalino di materiale “subbuteistico” da parte sua.



5) Quali sono i tuoi fiori all’occhiello, le vittorie più importanti?


Il 2° Trofeo Puma Città di Bologna (Dicembre 1974, vinsi in finale con Semplici 3-2) e la vittoria alla selezione Nazionale per la Coppa Europa 1975 (Settembre 1975, vittoria in finale su Giovannella 3-0). Poi sicuramente il 5° posto agli Europei del 1975 e una serie di vittorie in tornei a squadre (Citta’ di Roma a dicembre 1974, Citta’ di Genova a Novembre 1975, Citta’ di Perugia a Dicembre 1975).



6) Come tutti gli agonisti avrai avuto la tua squadra preferita, che team era? I segreti? La conservi ancora?


Io sono sempre stato tifoso del Napoli. Anche se vivo a Genova da oltre 40 anni, sono napoletano di origini e di nascita. Inutile dire che la mia squadra preferita era quella del Napoli, con la mitica maglia azzurra. Naturalmente avevo selezionato le 10 migliori miniature tra 6 – 7 squadre, ricordo che fummo i primi a scoprire i prodotti per far scorrere le basi sul panno verde. Cominciammo con la cera e il panno di lana, poi scovammo il Nugget, che era difficile da trovare nei negozi, ma era molto migliore del “Pronto”. Purtroppo non mi e’ rimasto nessun materiale di quegli anni, regalai tutto a Roberto Semplici.



7) Raccontaci la tua partita più bella quella che non ti sei mai dimenticato…



Il ricordo più emozionante e’ l’incontro Italia-Olanda nel Novembre 1975 all’Hotel Parco dei Principi di Roma. C’era una folla incredibile a vedere gli incontri ed io feci una partita splendida con Donck, che aveva appena vinto gli Europei. Vinsi 2-0, ricordo ancora adesso lo splendido raddoppio in contropiede con un’azione velocissima e un pallonetto nel sette alla sinistra del portiere. Se non sbaglio sono l’unico italiano che ha battuto Donck.



8) Il Subbuteo come sai si è evoluto diventando CDT ,e si è spaccato in tradizionalisti, che giocano con le miniature anni 70 e progressisti, con nuovi materiali che vorrebbero far diventare questa disciplina uno Sport…che ne pensi??



Come ho raccontato, non ho seguito l’evoluzione del Subbuteo nel corso degli anni. Io sono però piuttosto tradizionalista negli sport e nei giochi, e quindi contrario a cambiamenti radicali.



9) L’Italia ha sempre avuto grandi giocatori dagli inizi ad oggi e vinto e rivinto tutto il possibile, nonostante i vari talenti stranieri da sempre dominiamo la scena, quale pensi sia il motivo della forza del movimento nazionale?


Penso che tutti i giochi che ricordano ed emulano il calcio, lo sport nazionale più praticato e diffuso, siano destinati ad avere successo in Italia. Quando sono tanti gli appassionati, e’ facile che nascano campioni.



10) Napoli,Perugia, Lazio e Palermo fra i primi che mi vengono in mente hanno dei settori giovanili e molto forti che già hanno vinto in Italia e fuori dai confini nazionali, rinverdendo i fasti del campionato vinto da Andrea Piccaluga nel 1978, hai un idea o un suggerimento per portare i ragazzi al Subbuteo allontanandoli dai videogiochi?


Io penso che PC, videogiochi, internet e l’esasperazione di tutte le cose “virtuali”, sta facendo crescere solitudine ed egoismo. L’amicizia, il contatto fisico, i rapporti umani sono valori

fondamentali, che possono essere coltivati con la pratica dello sport. E sicuramente il Subbuteo può essere considerato uno degli sport più appassionanti. Chiudendo la nostra chiacchierata,voglio solo ringraziare te Alex e Stefano De Francesco, per avermi riportato un po’ in questo mondo. Mi avete fatto rivivere dei momenti felici della mia giovinezza. Un saluto a tutti i giocatori di quei tempi eroici.



Un grande saluto e un ringraziamento speciale per l'aiuto che mi hai dato, per la gentilezza e il tempo che hai speso, mettendo a disposizione mia e di chi ci legge le fotografie e i tuoi ricordi.


Alex Rota.

Aston Villa anni 70, omini originali Subbuteo, basi e inner ACM, colori Humbrol, Dipinta a Mano da Alex Rota.

venerdì 20 gennaio 2017

Statuto: un elegante gioco da salotto





Statuto e il Subbuteo.....

The Undertones - My Perfect Cousin - 7" single vinyl record



Subbuteo e Musica.....
Per il video clicca qui   Subbuteo Fair Roma.
 
 

 
Subbuteo Fair Roma.
 
Fabrizio Ghilardi, romano (e quindi laziale ) fondatore di Action Now, amante del calcio inglese e buon giocatore di Subbuteo, organizzatore di ben due Subbuteo Fair nella capitale, eventi che hanno riscosso grande successo fra appassionati di calcio vero e in miniatura, con la presenza di personaggi come i giocatori del Toro che vinse lo scudetto nel ‘76, di Lamberto Boranga, indimenticato portierone della Fiorentina, del Perugia e del Cesena negli anni ‘70, con la mostra fotografica di Carlotta Smeds Flick About, la presenza di collezionisti di memorabilia calcistici e giocatori di Subbuteo di ottimo livello, e di mamma RAI.1)La domanda di rito e’: come ti sei innamorato del Subbuteo?
L’amore per il calcio e quello per la Lazio avevano già lavorato ai fianchi. Il Subbuteo negli anni 70 era il Gioco per eccellenza. Tutti i bambini che amavano il Calcio amavano Novantesimo Minuto, Tutto il calcio minuto per minuto e il Subbuteo. Avevo visto Kevin Keegan che giocava (o forse faceva finta) vicino a Piccaluga e quello era stato il colpo finale. Keegan per me era il calcio. Come lo erano Re Cecconi, Chinaglia e gli undici campioni che vinsero lo scudetto della Lazio nel 1973-74. fu molto facile innamorarmi del Subbuteo. La prima squadra che ho comprato nel 1975 ha una storia particolare. Mio nonno accompagnò me e mio fratello, otto e cinque anni, a comprare le nostre prime squadre nei giorni precedenti il Natale. Mio fratello da piccolo era juventino (per carità non commentiamo, grazie a Dio poi è rinsavito ed è diventato della Lazio) e scelse la sua squadra del cuoricino di bambino. La Lazio, invece, era finita. “Buon segno” – pensai “significa che tanti bambini la comprano”. Rimasi un po’ confuso a pensare quale altra squadra fosse possibile acquistare al posto della mia Amata. Non avevo seconde scelte e tutte le squadre che via via chiedevo a quell’antipatica di una commessa del negozio, erano esaurite. Così, alla fine scelsi il Lanerossi Vicenza. Aveva un nome affascinante. Colorato e operaio. Solo a casa, consultando l’album delle Figurine Panini e il Catalogo del Subbuteo mi accorsi di aver acquistato un Vicenza coi pantaloncini neri che sul catalogo Subbuteo era la ref. numero nove e quindi il Southampton e tutte le altre squadre che erano raccolte sotto quel riferimento.

2)Puoi darci qualche news dei prossimi eventi di Action Now?
Perché no? Per esempio possiamo dire che a marzo ci sarà un Subbuteo Fair di dieci giorni a Verona. Incontri con ex calciatori, dibattiti sul vecchio calcio, concerti di musica, tornei di Subbuteo, mostra Flick About e tanto altro. Poi c’è Torino ancora da organizzare, c’è Roma da rifare e c’è Londra che ha chiesto la mostra di Charlotta. Il problema è lo scarso aiuto che arriva dai tanti appassionati di Subbuteo. Mi dispiace doverlo dire ma i tanti appassionati giocatori e collezionisti di Subbuteo sono molto bravi ad approfittare delle occasioni offerte dai Subbuteo Fair che abbiamo organizzato ma sono molto meno presenti quando si tratta di dare una mano. Diciamo che se ci fosse un po’ più di sostegno si potrebbe fare di più. Non parlo solo di soldi, parlo anche di aiuti pratici e di consigli. Spesso invece ho notato un po’ di invidia.. Pazienza. Le nostre manifestazioni vanno avanti lo stesso.

3)Nell’ultimo Fair hai aperto al Cdt nonostante tu sia un tradizionalista perchè questa scelta?
Perché sono convinto che solo tenendo saldamente presenti le proprie radici i calciotavolisti possano ancora essere parte di un movimento più ampio che hanno col tempo modificato. Il Subbuteo, anche se indica più un marchio che un gioco (tanto che il sottotitolo del Subbuteo è sempre stato Table Soccer, quindi calcio da tavolo – anche se da bambini giocavamo per terra) ha una valenza culturale e sociale. Credo sia importante preservare il gioco e la sua memoria storica. Ma è pur vero che oggi è difficile dare un futuro al Subbuteo come lo abbiamo conosciuto noi negli anni Settanta. Forse il Calcio da Tavolo (che personalmente trovo più noioso del Subbuteo) per molti bambini può risultare più semplice e più giocabile. Potrebbe rappresentare un primo passo per approfondire il vero Subbuteo che ormai è più da collezionare che da giocare. Per fortuna anche alcuni produttori di materiali per calcio da tavolo si stanno interessando al Subbuteo. Ecco, magari l’approccio al calcio da tavolo potrebbe aiutare i più piccoli a maturare un amore e un interesse per il Subbuteo. Come dire: appassionarsi a Ibrahimovic e Cristiano Ronaldo per poi scoprire che il calcio sono stati Di Stefano e George Best.

4)Dopo il volantinaggio all’olimpico di Roma hai inaugurato i giovedì dello Sharmrock con un grande successo, come sta’ procedendo?

Magnificamente. Ogni giovedì c’è qualche nuovo appassionato che viene con la sua squadra sotto al braccio e chiede “posso giocare?”. Sembra di essere tornati indietro nel tempo quando tutto si organizzava senza telefoni cellulari e indirizzi di posta elettronica, forum o siti internet. I giovedì dello Shamrock al Colosseo sono qualcosa di pratico, sicuro. Ecco perché piacciono. Eppoi sono numerosi anche i subbuteisti dei clubs. Magari non scrivono sui forum che arrivano, ma arrivano. Molto bello. Sinceramente molto bello. È nata una piccola scuola di Subbuteo. ci sono quelli più bravi, quelli meno bravi, quelli che conoscono le regole, quelli che non le conoscono. Stiamo preparando le classi per far procedere insieme quelli che hanno uno stesso tipo di livello e di preparazione.

5)Giochi solo o sei anche collezionista?
Più giocatore che collezionista. Amo il calcio e colleziono match programmes di partite di calcio inglese. Ho una discreta collezione. Nel mese di aprile al secondo Subbuteo Fair ho esposto una parte dei programmi delle partite relative ai derbies londinesi giocate a cavallo degli anni 40 e 80. Diversi ex calciatori inglesi mi hanno aiutato a comporre una discreta collezione. Su tutti l’amico Tony Matthews, ex giocatore del West Bromwich Albion.

6)Come vedi il futuro per Calcio e Subbuteo?

Il calcio è destinato ad annoiare. Il futuro è rappresentato dalla poltrona e da quelle tre quattro squadre di cui i giornali parlano di più. Abbastanza triste, no? Gli stadi si svuotano e le istituzioni fanno di tutto per lasciare il calcio nelle mani delle televisioni e del business. Che altro dire?

Il calcio che ci piace è un altro. Quello del nostro Manifesto. Andatelo a rileggere.

Il futuro del Subbuteo è il collezionismo. Almeno al momento. Senza i soldi è difficile costruire un futuro al Subbuteo. Il primo Subbuteo Fair l’ho pagato di tasca mia oltre quindicimila euro. Il secondo mi è costato di meno. Sto portando in giro una Mostra che pure è costata tanto. Ma da soli non si va tanto lontani. È facile organizzare tornei attraverso forum. Un po’ meno organizzare un movimento ‘culturale’ sul calcio e sul Subbuteo. Verona sarà Epica. Chi non ci sarà si perderà qualcosa di epocale.

7) Più volte si è sentito parlare di un Museo per il Subbuteo secondo te e’ fattibile una realizzazione di questo tipo?
Ne ho parlato con alcuni addetti ai lavori: Mark Adolph e Daniel Tatarsky. Probabilmente lavoreremo su questo progetto assieme. E probabilmente non in Italia.

8) Molti calciatori del giorno d’oggi non si rendono forse conto delle maglie che indossano
( vedi il Toro allo sbando di questi tempi) non si rendono conto della storia che si portano sulle spalle? sono solo mercenari? Cosa ti sembra il calcio moderno?

Credo che i calciatori di oggi confondano il professionismo con un modo un po’ asettico di lavorare. E parliamo di un lavoro che ogni bambino sogna di fare. Il problema è di cultura. Come fa un calciatore portoghese ad amare visceralmente un club inglese? Come fa un ‘professionista’ svedese ad amare finché morte non li separi un club italiano? Questo è uno dei tanti problemi del

calcio. Poi ci sono i soldi. Una volta i calciatori la domenica andavano allo stadio con i tifosi. Non parlo del calcio dei pionieri. Parlo di fatti visti con i miei occhi. Quando da bambini andavamo a vedere gli allenamenti della Lazio a Tor di Quinto, capitava spesso di prendere lo stesso autobus dei calciatori. Capitava anche che qualche calciatore con la macchina raccogliesse un po’ di ragazzini e li riaccompagnasse fino a casa. Una volta quando si entrava a far parte di una società di calcio, si entrava a far parte di una famiglia. Qualche settimana fa ho sentito Panucci lamentarsi dei ritiri. I miei amici Cereser, Rampanti e Fossati, invece, non vedevano l’ora di andare in ritiro per stare con gli amici. Uno per tutti e tutti per uno. Oggi contano solo i soldi. E le veline. Sempre le stesse. Oggi con uno, domani con un altro. Il calciatore oggi è questo. Una divetta dentro e fuori dal campo. Pettinatura da fighetta e svenimenti in campo al primo contatto con l’avversario. Ti immagini Benetti o Furino fare queste scene?

9) Alla presentazione del libro di Tatarsky hai avuto l’onore di giocare con Andrea Piccaluga molti di noi vorrebbero aver avuto la stessa fortuna che ci racconti di questa esperienza?

Il sogno di una vita. Andrea è un ragazzo splendido. Simpatico, educato, mai sopra le righe.

Quando ho perso con lui la semifinale di Mantova gli ho chiesto di potermi fare una fotografia mentre lui mi teneva il piede in testa come se fosse il cacciatore che ha abbattuto una fiera. Era imbarazzato. Ha accettato che simulassi di pulirgli le scarpe... Quanto ci sarebbe bisogno di personaggi come Piccaluga nel mondo del Subbuteo oggi.

10) Cosa pensi dell’ambiente Subbuteo in generale?? Troppi litigi ( a volte troppo accesi ) troppe divisioni?? Riusciremo mai a remare tutti insieme??

Vedi Alex. Tu parli di remare. In una nave ci sono i ruoli. Dall’ammiraglio al mozzo. Quando sono in troppi a fare gli ufficialetti e pochi a spazzare il ponte e a rammendare le cime e annodare le funi, la nave non va da nessuna parte. Gioco a Subbuteo dal 1975. E non gioco nemmeno così male, no? Però mi sono sempre tenuto alla larga dai movimenti e dalle Federazioni. Ci sarà un motivo. O sbaglio? Posso essere l’unico mozzo della nave? Vorrei vedere tanti capitani come sbucciano le patate o come cazzano le rande.. Questi invece cazzano solo...


Ringrazio Fabrizio per il tempo che mi ha dedicato, spero che le tue risposte e quelle di quelli che ho già intervistato e quelli intervisterò, possano chiarire molte cose…per Verona ti ho già dato la mia disponibilità visto anche la vicinanza, credo che questo evento che conosco nei particolari possa essere veramente storico come ti auguro.



Alex Rota.
Rimini Hw Moulded originali Subbuteo, colori Humbrol, dipinta a mano da Alex Rota.

giovedì 19 gennaio 2017

Nonostante il suo addio al calcio sia ormai datato George Best rimane nella storia di questo sport come uno dei più grandi di tutti i tempi, da una ricerca commissionata nel 2007 dalla Uefa è con Pelè e Maradona uno dei 3 campioni che hanno ricevuto un plebiscito di voti. non si contano i soprannomi coniati per questo giocatore: The Genius, il quinto Beattle, Best the Best, fra quelli usati dai cronisti del tempo. Nei suoi anni migliori l'Irlandese ha fatto impazzire le difese di tutto il Regno Unito nascondendo il pallone agli increduli difensori avversari, oppure usando il suo scatto bruciante ricco di finte uno spettacolo che mandava puntualmente in delirio l'Old Trafford famoso anche il gol poi annullato dove porta via il pallone ad uno sconcertato Gordon Banks portiere della nazionale Inglese, o in pallonetto con il Chelsea, dalla riga di fondo dopo aver beffato il difensore dei blues, rimane indelibile quello nella finale della Coppa Campioni del 1968 nella finale dominata dai Red Devils, o il mitico goal segnato nella NASL Americana dove si beve mezza difesa. Un artista dunque che sicuramente avrebbe potuto dare di più e molto a lungo se la sua vita privata non fosse stata improntata all'eccesso che lo ha portato poi alla sua fine, ma inutile recriminare ora ci rimangono comunque le sue grandi partite e le stupende giocate lo stesso Pelè in un'intervista disse che Best era il giocatore migliore al mondo e se lo dice lui...
 
Alex Rota
Come molti sanno la mia passione sono gli Walker ne posseggo 60 team dipinti da me che fanno parte di una nutrita collezione che mi sono appeso davanti agli occhi nel piccolo studio dove lavoro, uno spettacolo di colori e di squadre famose con cui spesso perdo la cognizione del tempo guardandole una per una pensando ai campioni che ci giocavano o alle partite giocate da quei team. Da un pò di tempo raccolgo anche le miniature di questo tipo ma originali, ho le due classiche red e blue e grazie all'aiuto di Luca di Pillo amico collezionista ora ho in collezione anche un Inghilterra e un Arsenal, sò per certo che esiste anche un Real Madrid nella configurazione total white che ho visto ma che purtroppo non sono riuscito a prendere in tempo. Non essendoci un catalogo non ho nemmno la più pallida idea se esistano altre squadre originali e nemmeno il mitico Peter Hupton ha saputo aiutarmi, perciò se vi dovesse capitare di vedere altri ref vi prego di informarmi...grazie a tutti.
 
Alex Rota

mercoledì 18 gennaio 2017

Giacinto Facchetti il Capitano!
Un male incurabile lo ha portato via all'affetto dei suoi cari e dei tanti appassionati che lo ammiravano per la sua serietà e la sua pacatezza, Giacinto Facchetti infatti era uno di quei campioni che vengono chiamati bandiere, proprio per questo faceva parte della schiera di quei pochi calciatori che come lo sfortunato Scirea che oltrepassano le barriere del tifo e sono rispettati da tutti. Un calciatore modello capitano di un' Inter che vinse tutto in Italia e in Europa nella grande squadra allestita da Moratti padre e guidata dal Mago Herrera, capitano della Nazionale che vinse quello che ancora oggi è l'unico titolo Europeo nella bacheca azzurra partecipò al mondiale del 70 dove la nostra nazionale ebbe la sfortuna di incontrare una delle squadre più forti di tutti i tempi, il mitico Brasile di Pele'. Ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente nel 1985 era ospite dell'Inter Club Sirmione ( Bs ) mi fece molta impressione sembrava insuperabile con occhi profondi che ti scrutavano, poi bastavano due parole per capire che dietro l'apparenza c'era una persona educata e gentile. Durante la cena sentire i racconti delle partite con Real e Liverpool delle sfide che allora si chiamavano Coppa Campioni o del famoso Italia-Germania 4-3 i derby con il Milan, alla fine della serata mi feci autografare la maglia di Kalle Rumenigge che ancora conservo come uno dei ricordi più belli.
 
Alex Rota

Milan 10* scudetto quelle piccole righe mi hanno fatto impazzire, omini originali Subbuteo, basi ACM, colori Humbrol, dipinta da Alex Rota.

martedì 17 gennaio 2017


Brescia 1930 su miniature originali Subbuteo Walker Moulded, colori Humbrol, dipinta da Alex Rota.

Sono le 9.40 all'aereoporto di Lisbona e il Barone Rosso ( cosi chiamavano il loro aereo i giocatori ) è pronto al decollo il Torino ritorna a casa, la squadra granata capitanata da Valentino Mazzola era scesa in terra lusitana per mantenere una promessa di una partita amichevole per l'addio al calcio di uno dei giocatori più famosi dell'epoca Josè Ferreira, alle 13.00 l'aereo scende a Barcellona e durante lo scalo i giocatori del Torino incontrano quelli del Milan che si stanno recando a Madrid, si riparte destinazione il capoluogo Piemontese dove il tempo è pessimo dalla torre di controllo vengono avvisati i piloti sulla situazione, forti raffiche di vento e pioggia e proprio il vento verrà incolpato dello spostamento del veivolo, i piloti ignari della situazione cercano la pista di atterraggio nella nebbia... non la troveranno mai alle 17.03 lo schianto contro il terrapieno della Basilica di Superga è inevitabile, un disastro senza superstiti nessuno riesce a salvarsi per le trentuno persone a bordo non c'e' scampo. Nella sciagura perdono la vita tutti i giocatori, l'equipaggio, e tre giornalisti che avevano seguito i campioni granata nella trasferta, per il riconoscimento dei corpi fu chiamato il tecnico della nazionale campione del mondo Vittorio Pozzo e l'infortunato Sauro Tomà che causa un menisco non partecipò alla trasferta salvandosi cosi la vita. Cinque scudetti vinti e 10/11 della nazionale Italiana sparivano così per sempre, diventando storia... "solo il fato li vinse"

Alex Rota

Grande Torino su miniature Subbuteo Walker colori Humbrol, dipinta da Alex Rota.

Manchester United 1954 su miniature originali Subbuteo OHW, colori Humbrol, dipinta da Alex Rota.

"CELTIC / SPORTING LISBON"Possible unofficial variation of ref. 25 or ref. 277.

Replica su miniature originali Subbuteo, colori Humbrol, dipinta da Alex Rota.

Brescia Hw replica su miniature originali Subbuteo, colori Humbrol ,dipinti da Alex Rota.
Il sogno di avere quei meravigliosi fari era nella testa di tutti i ragazzi che spingevano le miniature inginocchiati per terra, era uno dei must del Subbuteo alzi la mano chi non ha mai pensato di farci una bella notturna magari di coppa campioni, e allora? Si valutano parecchie proposte ma la strategia è una sola prendere i genitori per stanchezza. Comincia così una dura lotta che con il tempo fa cadere tutte le difese, ci si trova il sabato pomeriggio dopo il catechismo a casa di Nicola abbiamo i 4 fari con le relative batterie il fratello di Luciano altro amico dell'epoca ci assembla le 4 torrette inserisce le batterie e il sogno si avvera si accendono! Chiudiamo tutte le tapparelle, bim bum bam per chi gioca per primo e si comincia, francamente non si vede molto ma l'effetto è bellissimo anche se Nicola propone di togliere il coperchio che oscura la lampadina, buona idea adesso si che si viaggia bene, si continua ad oltranza finchè le batterie ci mollano e viene l'ora di tornare a casa, molte altre batterie verranno scaricate e le partite di coppa inserite nel calendario già ricco di incontri ci fecero sbucciare le ginocchia ancora per parecchio tempo

Alex Rota.

lunedì 16 gennaio 2017

Il Subbuteo è famoso sopratutto per il calcio ma molte sono le sue varianti cominciando dal Rugby che stà vivendo una nuova avventura con il recente riconoscimento da parte della ( FISCT ) che è la federazione Italiana Subbuteo e Calcio Tavolo e presto vedrà a Brescia il suo primo torneo agonistico, oppure il cricket nella sua elegante confezione azzurra, fino alla corsa con le moto, o viaggi sulla luna, ma quello che mi ha sempre attirato e che vedevo sui cataloghi anni 70 era il Subbuteo Angling che semplificando è un Monopoli dedicato alla pesca, infatti come potete notare nella fotografia il tabellone è molto simile, anche qui all'interno troviamo gli indispensabili dadi i bellissimi pescatori che servono come segnaposto e i cartoncini degli imprevisti come nel famoso Monopoli. Qualche mese fà vincendo un asta me lo sono aggiudicato e appena arrivato a casa come un bambino ho aperto la scatola che lo conteneva stracciando tutto attirando le ire della mia compagna amante dell'ordine, alla vista di carta e polistirolo che avevano invaso il mio piccolo studio mi ha dato un'occhiata come quella che le mamme danno ai figli che combinano un guaio. Dopo aver guardato con soddisfazione la scatola l'ho aperta guardandomi ogni singolo pezzo come recitava l'inserzione " gioco nuovo mai usato" ed era vero tutti gli accessori erano ancora nei loro sacchettini originali e chi come il sottoscritto colleziona capisce la sacralità della cosa.
Alex Rota

Daniel Tatarsky l'ho incontrato a Mantova alla presentazione Italiana del suo libro, di certo uno dei migliori scritti sul tema come notizie, fotografie e vendite. Un libro certo di nicchia ma molto atteso dai subbuteisti Italiani dopo la sua uscita in lingua Inglese dal titolo Flick to Kick, ma non solo dai subbuteisti in attività , anche chi a Subbuteo ci ha giocato in gioventù e andando in libreria se lo ritrova sullo scaffale , sfogliandolo si trova catapultato a ritroso nel tempo ricordandosi immediatamente di interminabili partite con amici che certamente non vede più da tempo, di liti e discussioni per le regole su cui non si andava mai d'accordo e su qualche scappellotto di mamma che sedava il tutto magari con il sequestro della pallina e conseguente fine del gioco. Ma chi e' Daniel Tatarsky? Come dicevo ho passato con lui ed altri amici un pomeriggio e dopo averci presentato il suo libro ed essere stato tempestato di domande rispondendo a tutti con l'aiuto del mitico Andrea Piccaluga campione del mondo 1978, si e' cimentato con noi in un torneo di Subbuteo, gentilissimo e disponibile Daniel è nato a Londra dove vive e lavora come attore, ha partecipato a due film ( The Disappeeared 2007) e ( Britannic 2007) è comparso nella pubblicità di Fifa 2006 con Rooney famosissimo player del Manchester Unidet e nel 2008 in quella della Citroen, è stato anche l'annunciatore della coppa d'Inghilterra del 2005 in una delle semifinali. La frase più famosa del suo scritto è un inno al Subbuteo " Il calcio vero è il gioco più bello del mondo, e il Subbuteo non è meno vero! Fanculo ai soldatini, al monopoli e alle macchinine". L'esperienza con Tatarsky non e' finita però a Mantova con Facebook sono rimasto in contatto con lui e nonostante il mio scarso inglese si parla di Calcio( tifosissimo dell'Everton) e naturalmente di Subbuteo passato, presente e futuro. Daniel verrà in Italia il 22/04 per il Fair di Verona invitato dall' amico Ghilardi, e sosterrà un tour de force che lo porterà fino a Roma nella tana dello Sharmrock dove anche gli appassionati romani lo potranno conoscere, e magari sfidarlo sul panno sorseggiando una buona birra.
Nella fotografia a sx Daniel Tatarsky a dx Alex Rota.
Alex Rota.


Alzi la mano chi della mia generazione non ha sognato di sfidare quei ragazzi che vedevamo sui cataloghi Subbuteo... i più forti quelli inarrivabili, Frignani, Piccaluga, Beverini, De Francesco, già proprio loro che mietevano successi in tutta europa sfidando i più grandi del tempo e che vincevano trofei per la soddisfazione incredibile del mitico Edilio Parodi. Dalla stampa di quei cataloghi sono passati quasi otto lustri, ebbene si quasi 40 anni volati come il vento, ma il Subbuteo è sopprovissuto a molte angherie e i suoi interpreti più grandi, anche se con qualche capello bianco in più ancora spingono quelle miniature con la classe immutata di un tempo facendo rivivere negli occhi degli appassionati quei colpi che li hanno resi famosi e invidiati da noi ragazzini del tempo. Il Subbuteo ha continuato la sua strada è vivo si è trasformato, modernizzato e i suoi interpreti con lui, ma chi come me lo ha vissuto nel momento del massimo fulgore lo vuole come allora e sfidare uno di quei campioni è il sogno che diventa realtà. E' successo così a Mantova, con Fabrizio Ghilardi appassionato romano che ha avuto l'onore di sfidare il grandissimo Andrea Piccaluga Campione del mondo juniores nel 1978 a Wembley, il sogno impossibile si avvera e Fabrizio incrocia le suo miniature con quelle del campionissimo, l'emozione è forte e si vede anche se i primi colpi portano Ghilardi a entrare in area di tiro e con un colpo al volo che sorprende il campione sfiora il gol. Passano i minuti e la pressione di Piccaluga si fà sentire anche se la difesa tiene e il primo tempo si chiude in parità. Fabrizio è rosso come un peperone e fà quasi fatica a parlare, la grande concentrazione lo ha veremente fiaccato ma non c'e' tempo si ricomincia, ancora difesa un catenaccio che neanche il mago Herrera stratega della grande Inter aveva mai osato, gli attacchi del campione alla fine della partita sono premiati da due gol, a Fabrizio rimane comunque il ricordo di una grande partita giocata con uno dei più grandi, giocata alla pari e un ricordo sicuramente il più bello sperando un giorno in una rivincita.
A sx Andrea Piccaluga a dx Fabrizio Ghilardi durante la partita.
Alex Rota
Intervista a Stefano Beverini di Alessandro Rota.


                                                      Il Subbuteo è inevitabilmente legato agli anni 70 essendo io classe 1962, già a soli 6 anni avevo visto a San Siro il mio primo Derby (mio nonno che mi portò era milanista) quella sfida finì 1-1. Ma per me il calcio e il Subbuteo cominciano negli anni 70, i mondiali di quell' anno giocati per un bambino a orari improponibili visto l'età, mi addormentavo spesso e volentieri nella famosa semifinale con la Germania venivo svegliato dalle urla di mio padre che con gli amici guardava la partita, mi ricordo i supplementari il gol di Rivera... poi la partita con il Brasile e il gol di Boninsegna che con Gerge Best diventò uno dei miei idoli. Avevo già conosciuto il Subbuteo poco prima era il surrogato ideale nei giorni di pioggia dove non si poteva giocare fuori in giardino, partite infinite con gli amici del tempo e una passione che cresceva sempre di più, poi le figurine Panini gli album le partite a "figu" contro il muro, la prima Inter hw poi la Svezia, il Milan per i Derby, bastava sfogliare l'album per dare un nome ai giocatori che fossero di classe oppure di gregari di cui si è persa la memoria... un calcio giocato da uomini che sono ancora vivissimi nei miei ricordi, anche se non giocavano in squadre di primo piano come Boranga, Zigoni, Faloppa calciatori che entravano nel cuore della gente e che alla fine della partita andavano in osteria a festaggiare una vittoria o una salvezza, quando mi perdo nella mia collezione e apro L'Hellas come non pensare a Zigoni? E' automatico! come quando apro la Germania che veniva data anche come Cesena nel catologo e penso al portierone Boranga o al Vicenza di Faloppa, basta aprire una di quelle scatole verdi per ricordare i nomi, un pezzo della mia infanzia che mi tengo ben stretto, come quegli anni 70.
Nel disegno Zigoni in rovesciata impegna Boranga...
Alex Rota

Da tutti considerato il Sacro Graal del Subbuteo il Munich 74' è il top della gamma set degli anni 70, completo di quasi tutti gli accessori che erano presenti sul mercato in quel magico periodo dove il Subbuteo era l'incontrastato padrone dei sogni dei ragazzini di tutta Europa. Ho cercato invano per molto tempo di averlo in collezione e finalmente è arrivato, in buone condizioni praticamente perfetto bellissima la scatola di grandi dimensioni nel caratteristico colore verde riporta le bandiere delle nazioni che presero parte al mondiale in terra di Germania, mi risulta che questo set non abbia altre versioni come ad esempio il World Cup che ha almeno tre diverse configurazioni, di sicuro per chi colleziona possedere questa scatola e fonte di grande soddisfazione. Basta togliere il coperchio per capire basta vedere cosa contiene, in quei due piani è concentrata una parte significativa della produzione Subbuteo, per citarne alcuni troviamo la serie dei portieri intercambiabili, la barella, la mascotte Inglese, i Ball Boys, i battitori sia del fallo laterale che del corner. Tutti questi accessori non presenti negli altri set si sommano a quelli già presenti nel World Cup, come le porte, i fari, i team, il recinto è uno spettacolo che fà tornare bambini tutti quelli che sono innamorati di questo gioco immortale.
Alex Rota

Restaurare e replicare le mitiche Hw è una delle mie grandi passioni, riportare a uno stato eccellente un team una grande soddisfazione. Mi capita spesso di avere parecchie squadre di persone che mi spediscono per un restyling, ultimamente ho restaurato questo Hamilton Accademical ref 20 una squadra che posseggo in collezione ma con il pantaloncino bianco e la base bianco/rossa, devo dire che era arrivata in condizioni pessime molto decolorata in vari punti basi incollate male e in uno stato pessimo, mi sono messo al lavoro smontando tutte le miniature, finito questo delicato passaggio mi sono dedicato alla riproduzione del rosa uno dei compiti più difficili, infatti il colore è vecchio di quasi 30 anni e non fare vedere la differenza fra i due rosa risulta a volte parecchio complicato, perciò dosare bene il bianco e il rosso mescolandolo con il 61 matt colore base per la pelle diventa importantissimo per la buona riuscita del restauro. Molto più facile il pantaloncino il nero non va mescolato con altri colori è perfetto così ( 33 matt ) unico accorgimento va girato benissimo e a lungo altrimenti si corre il rischio di vedere un pantaloncino lucido invece che opaco. Per il rosso ( 153 matt ) va fatta una piccola modifica una puntina di nero per far risultare appena più scuro il colore, in maniera di poter ritoccare il rosso che sulla miniatura ha subito per causa di luce e uso un inevitabile deterioramento, per il ritocco ho usato un pennellino 5/0 bagnandolo con del diluente per avere un colore più morbido e ricalcando le righe originali, stesso sistema per scarpe e capelli usando il 160 matt sempre con una punta di nero 33 matt. Nella fotografia l'Hamilton restaurato.

Alex Rota
La prima domanda è : Ma quanti sono? Risposta? Tantissimi, pensate che la produzione cominciò nel 1947 era una piccola scatola rettangolare che conteneva solamente porte in carta, portieri con la classica asta in ferro, i team, due palloni e un gessetto. Il gessetto in questione serviva per tracciare le righe del campo su di una coperta in molti casi militare, infatti nell'immediato dopo guerra reperire materiale tessile era molto difficoltoso e il problema venne risolto cosi'. Vista poi l'enorme mole di richieste la produzione si spostò da casa Adolph ( inventore del gioco) in un area più attrezzata, le confezioni vennero via via migliorate arricchendosi sempre più di accessori, fù migliorata la grafica delle scatole rendendole accattivanti e dando loro il mitico colore verde che ancora oggi fà impazziere tutti i collezionisti che riescono ad accaparrarsi una di queste ormai ricercatissime scatole, il meglio della produzione parte pero' negli anni 60 fino alla fine degli anni 70, gli accessori e le confezioni migliori rimangono quelle di quel magico periodo.
Alex Rota
Sappiamo tutti a chi dobbiamo la riconoscenza per aver portato in Italia il Subbuteo, a Edilio Parodi! Fu infatti proprio lui nel 1971 consultanto un catalogo per corrispondenza Inglese a scovarlo e importarlo rendendo famoso il gioco del calcio " a punta di dito" come si dice amasse definirlo, nelle mie interviste a giocatori di quei fantastici anni 70 ho chiesto più volte un ricordo e tutti lo ricordano come un uomo schivo ma con un grande cuore. Parodi ci ha lasciato nel 1999 e a 17 anni dalla sua scomparsa mi andava di ricordarlo anche se non ho avuto il piacere di conoscerlo personalmente. Penso che tutti noi che ancora oggi a 40/50 anni suonati calchiamo quei campi, che perdiamo ore a cercare e collezionare squadre, dobbiamo almeno il ricordo a questo imprenditore che con coraggio puntò sul Subbuteo facendolo diventare uno dei giochi più conosciuti e desiderati da almeno due generazioni. Ancora oggi la passione per il gioco continua i tempi eroici sono finiti il Subbuteo è cambiato ma il cordone ombelicale con il gioco che fu non potrà mai essere reciso, ancora sono molti i giocatori che troviamo oggi sui campi nei vari tornei che hanno cominciato la loro carriera quando l'azienda genovese organizzò l'attività agonistica, il patron accompagnava sempre i ragazzi Italiani che partecipavano anche a tornei all'estero riportando vittorie che ancora sono nella storia di questo Hobby/Sport. Forse dire solo Grazie Edilio è una banalità ma sento di dover ringraziare questo signore che tante ore di divertimento mi ha dato, un gioco che ha riempito la mia infanzia e quella di tanti come me che in molte parti del mondo si sono sbucciati le ginocchia colpendo a punta di dito i loro eroi.
Nella fotografia Edilio Parodi a sx e il trio genovese che sicuramente lo ha più gratificato Semplici, Zollo, e il suo pupillo Beverini.



Alex Rota